Ha lottato con la grinta di una tigre, mostrando che le sue capacità possono competere con le top player, anche sulle superfici più rapide. Tuttavia, nonostante l’arduo sforzo, Martina Trevisan è stata eliminata nel secondo turno del prestigioso torneo WTA 1000 di Cincinnati.
La fiorentina 29enne, classificata 63 nel ranking WTA e avendo guadagnato l’accesso al tabellone principale tramite le qualificazioni, ha ceduto in tre set intensi a Jessica Pegula, terza giocatrice mondiale e recente vincitrice del trofeo “1000” a Montreal con il risultato di 67 (2) 62 63.
Nel primo set, Martina è partita con decisione, riuscendo a strappare il servizio a Pegula con un diritto micidiale. Nonostante ciò, il vantaggio è durato poco. Pegula ha poi dimostrato la sua classe, livellando il punteggio e mettendo Trevisan sotto pressione. Tuttavia, un errore cruciale ha permesso alla nostra azzurra di avvicinarsi alla vittoria del set, solo per essere agganciata però all’ultimo momento da un’instancabile Pegula dopo che Martina ha mancato una palla set sul 5 a 3. Ma il tie-break ha sorriso alla Trevisan, che ha chiuso con un netto 7-2, sottolineato dall’errore di Pegula che ha portato alla perdita del set.
Il secondo set ha visto Jessica dominare, soprattutto grazie a un gioco più pulito e alla diminuzione degli errori. Martina ha cercato di reagire, ma il gioco aggressivo della statunitense ha prevalso, chiudendo il set 6-2.
Tra il secondo e il terzo set, un infortunio ha spinto Trevisan a richiedere un medical time-out (vesciche al piede sinistro), seguito poi da un inaspettato stop del match a causa di un problema in tribuna (malore di uno spettatore). Nel set finale, la determinazione di Pegula ha prevalso, ma non senza che Trevisan mostrasse un’incredibile grinta, riuscendo a tenere testa all’avversaria in diversi momenti chiave ma alla fine l’americana si è aggiudicata l’incontro per 6 a 3 (con la Pegula che è stata brava ad inizio set a portarsi sul 3 a 0 con doppio break, perdendo poi un solo turno di battuta fino alla fine del match).
Federico Di Miele