Sono passati quasi 33 anni da US Open 1990, un’edizione storica per il tennis argentino e non solo. Pete Sampras si presentò “in società”, a soli 19 anni alzò il suo primo Slam battendo Andre Agassi, fu idealmente l’inizio di una delle più avvincenti rivalità della storia moderna del gioco. Altrettanto importante edizione femminile: Gabriela Sabatini toccò il suo picco di rendimento in carriera battendo una fortissima Steffi Graf, fu il suo unico Major in carriera. Per questo l’agenzia EFE ha intervistato la 53enne campionessa albiceleste, oggi impegnata in varie attività commerciali e benefiche, che alterna ai suoi affascinanti viaggi per il mondo (anche in bici!) e a qualche sessione di gioco tra Senior tour e l’amico Del Potro. Gaby, indimenticata campionessa del Foro Italico, nell’intervista ha spaziato su molti temi, dando un punto di vista interessante sul tennis femminile e la possibilità di una maggior integrazione tra i due tour. A suo dire, il tennis rosa oggi ha un ottimo livello ma manca di quelle rivalità che accendono il pubblico e creano l’attesa nei grandi tornei. Come non darle ragione… Riportiamo i passaggi salienti della lunga e interessante intervista.
“Il tennis di oggi è totalmente diverso da quando giocavo io. Le generazioni avanzano e, quindi, la tecnologia ha cambiato tutto. In questo momento si gioca un tennis molto potente, sia nel maschile che nel femminile, e si vede meno varietà tra le donne. La verità, in ogni caso, è che colpiscono tutti molto forte e hanno fisici diversi: sono molto più potenti, si lavora su molti aspetti e questo finisce per fare la differenza”.
Sui 50 anni della WTA e degli stessi Prize money a US Open, torneo apripista all’uguaglianza dei diritti: “L’uguaglianza dei premi tra uomini e donne è una questione fondamentale e la situazione è stata molto livellata nel tempo. Il risultato è stato raggiunto con molto lavoro, con molti anni di lotta costante che permettono alle donne di essere nelle stesse condizioni in molti eventi. Lo sforzo, il sacrificio e il lavoro è lo stesso di quello fatto in precedenza dagli uomini, ed è per questo che le donne meritano tale uguaglianza. L’economia è la cosa più importante, da lì sono state realizzate molte altre cose. Ci sono un gran numero di tornei e una splendida competizione: in Argentina, ad esempio, si svolgono molti tornei nonostante la difficile situazione economica, e questo facilita le cose ai giocatori locali che hanno difficoltà a viaggiare all’estero. Il fatto che ci sia concorrenza nel loro paese li fa migliorare”.
“Per avere una maggior uguaglianza tra tennis maschile e femminile, la prima cosa sarebbe una maggiore e migliore promozione. La pubblicità è quello che spinge la gente e seguirti. Le migliori al mondo devono essere molto più visibili e riconoscibili, così che possano arrivare ovunque, la gente le conosca e quindi sia incuriosita dal vederle giocare. In questo la WTA è ancora indietro, serve un lavoro che porti il tennis femminile in tutto il mondo con maggior forza”.
“Una fusione tra ATP e WTA? Sarebbe una grande idea. Si sta lavorando su questo, ci sono sempre più tornei combined tra uomini e donne. Sarebbe bellissimo continuare su questa strada: entrambi i circuiti hanno gli stessi obiettivi, stanno lavorando nella stessa direzione e una fusione porterebbe molti vantaggi al tennis“.
“In questi giorni c’è il mondiale di calcio femminile. Lo sto seguendo qua da casa mia (vive in svizzera da anni, ndr), e in uno sport così popolare e diffuso come il calcio mostra che cosa possono fare le ragazze. Hanno un potenziale incredibile, le partite sono molto divertenti. La differenza sta tutta nella visibilità, buona nei paesi più sviluppati ma poco altrove, e il tema economico influisce tantissimo, è decisivo”.
Molto interessante la risposta di Gabriela sul periodo del tennis rosa e quello che, a suo dire, manca: “Il dominio nel tennis attuale è mutevole. Le alternative sono molte di più, mentre prima c’era un gruppo di tenniste ben riconosciuto che guidava i tornei e quelle rivalità erano molto seguite e aiutavano. Ora è molto difficile sapere chi è la numero due o tre al mondo… ma penso che anche questo abbia i suoi vantaggi. Ci sono un sacco di giocatrici molto attraenti da vedere: adoro Ons Jabeur, anche Karolina Muchova, mentre quello che sta facendo Iga Swiatek è pazzesco. Essere il numero uno per così tante settimane… è davvero forte”.
“Il tennis argentino ha sofferto per la crisi economica e abbiamo vissuto un periodo difficile, sia nel maschile che nel femminile. È bello oggi vedere che ci sono diversi ragazzi che stanno crescendo e dai Challenger si stanno muovendo a grandi passi verso i circuiti maggiori. Si è ripreso a lavorare molto nel paese, con tanti eventi e il frutto di questi sforzi si inizia a vedere”.
In chiusura, un ricordo del suo US Open: “US Open 1990 è il mio trionfo più importante. Non potrò mai dimenticare quel torneo, giocare a New York è sempre speciale, è la città dove ho vinto anche due Master. L’energia e l’elettricità che New York ti trasmette mi ha contagiato e mi ha aiutato, esserci è sempre un piacere. Ho intenzione di andarci quest’anno, traggo sempre tanta positività dall’essere lì”. E chissà che Gaby non porti fortuna all’amico Del Potro se, come sembra, scenderà in campo per salutare il pubblico nell’evento a lui più caro, dove, proprio come la connazionale, ha vinto il suo unico Slam nel 2009. Destini incrociati per due stelle così amate dal pubblico di tutto il mondo.
Marco Mazzoni