Mentre il mondo del tennis celebra Jannik Sinner e il team italiano di Coppa Davis, tornato a vincere la mitica “insalatiera” dopo 47 anni, arriva dagli Stati Uniti un’indiscrezione clamorosa che, se confermata, rischia di provocare un terremoto senza precedenti nel mondo del tennis maschile. Secondo quanto riporta l’autorevole giornalista statunitense Jon Wertheim, prima firma del magazine Sport Illustrated, i quattro tornei del Grande Slam stanno parlando da tempo con i ricchissimi fondi sauditi per creare una sorta di tour parallelo con i loro storici eventi e altri 10 tornei di massimo livello, che sarebbero gli attuali Masters 1000 acquistati da questa nuova entità, e un nuovo torneo in Arabia Saudita. Un tour “Master” fatto di 14 big event da svolgersi su due settimane, che ricorda molto da vicino la F1, collocati in calendario in modo più favorevole per i giocatori e ben distanziati dagli Slam, in modo da coprire l’intera annata tennistica.
Quest’ipotesi starebbe riscuotendo il concreto interesse da parte dei migliori giocatori, che così avrebbero una stagione meno stressante, meglio organizzata per spostamenti e gestione complessiva, e assolutamente “ricca” visto che i sauditi non hanno alcun problema ad aumentare in modo sostanzioso i prize money dei tornei. Soldi, ma non solo. Slam e sauditi sarebbero ben disposti a venire incontro alle richieste dei tennisti, che attualmente l’ATP non soddisfa attirando pesanti critiche. La mancanza di comunicazione con i giocatori, il non coinvolgerli in nessuna decisione importante, le pesanti lamentele su temi irrisolti come la lunghezza eccessiva dell’annata e un calendario con troppi spostamenti illogici e nessuna pausa, le tanto contestate palle e i relativi infortuni alle articolazioni, le garanzie minime richieste sono solo alcuni dei temi più scottanti che hanno reso i rapporti tra ATP e giocatori estremamente tesi, quasi un muro contro muro. Nello spogliatoio sempre più spesso si parla del tennis come di un prodotto da cui si potrebbero ottenere guadagni molto maggiori, come avviene nelle leghe Pro statunitensi, che restano il modello di riferimento, e nelle quali i guadagni sono da tempo 50% – 50% tra organizzatori e atleti.
Sembra che l’idea covasse da tempo e la difficoltà di comunicazione tra giocatori e ATP ha spinto gli Slam, le entità più ricche e potenti nel mondo del tennis, a spingere per progettare quest’alternativa, viste le fortissime garanzie economiche dei sauditi, estremamente interessati ad entrare con forza nella disciplina. “È inevitabile che i sauditi entrino nel tennis, vedremo come” aveva affermato Djokovic nel corso delle Finals di Torino. Sembra scontato che la PTPA e loro associati vedano di buon grado questo possibile nuovo progetto alternativo all’ATP.
Già, l’ATP… Di sicuro Gaudenzi e l’associazione che guida il tour Pro osteggerà con tutte le sue forze quest’ipotesi, che svuoterebbe la stagione dei suoi eventi principali con i “soli” tornei 500, 250 e le Finals (a meno che non si pensi di organizzare pure un Master conclusivo alternativo). Analizzando in modo razionale la situazione, l’idea del nuovo tour è sicuramente affascinante, potrebbe creare una stagione più razionale, con i “nuovi” 1000 ben distanziati tra loro (non più due tornei uno dietro l’altro come Indian Wells – Miami, Madrid – Roma, Canada – Cincinnati) e ben collocati rispetto agli Slam, che restano i capisaldi dell’annata. Ma c’è un problema di fondo: come facciamo per la classifica? Sembra difficile ipotizzare che l’ATP possa subire questa sorta di “amputazione” dei suoi migliori tornei e accettare che i risultati ottenuti dai giocatori negli altri eventi non più ATP siano validi per il “classico” ranking. La classifica attuale è lo strumento che regola la stagione, l’ingresso nei tornei, il valore sportivo e commerciale dei tennisti. Ipotizzare un nuovo Tour di 14 grandi tornei, Slam + 10 altri, sganciato dal potere dell’ATP, avrebbe come conseguenza la necessità di una classifica diversa, e qua la faccenda si farebbe molto, molto complicata.
Un’eventuale rottura tra questa ipotetica nuova entità formata da Slam e sauditi, con i 9 Masters 1000 pronti a lasciare l’ATP, potrebbe portare a due tour separati e paralleli: uno di massimo livello – quello nuovo e ricchissimo -, un altro con i tornei tradizionali che diventerebbero quasi di serie B, con i tennisti che cercano di salire per meritarsi l’accesso ai grandi tornei dell’altra organizzazione. Ma come potrebbero “comunicare” le due entità, se ci fossero due ranking distinti? Sarebbe un caos totale, senza un accordo potrebbe crearsi una spaccatura senza precedenti, che forse gli appassionati potrebbero non capire o mal digerire.
L’ATP e Gaudenzi con il piano One Vision stanno alzando l’asticella. Nuovi tornei 500, 1000 sempre più ricchi, piano di garanzia per i giocatori, salario minimo garantito, l’obiettivo di dividere a metà i ricavi tra tornei e giocatori. Promesse interessanti per i tennisti, che però continuano a dirsi insoddisfatti per i tanti motivi sopra citati. Se l’ipotesi di questo nuovo Tour diventasse realtà, potremo assistere ad una vera rivoluzione nell’annata tennistica, con conseguenze imprevedibili.
Marco Mazzoni