Dopo lo spettacolare successo a US Open e la fugace apparizione in Coppa Davis, Novak Djokovic si è preso un meritato periodo di riposo e allenamento per preparare il gran finale di stagione, saltando la trasferta in Asia. Non attivo sul tour “Nole”, ma assai loquace in varie interviste con i media nazionali. L’ultima farà sicuramente discutere visto che il 24 volte campione Slam è entrato a gamba testa sul governo del tennis, criticando senza mezzi termini anche i media specializzati, e suo dire complici nel non parlare a sufficienza dei problemi che gravano sulla disciplina. In una dura intervista al media serbo Sportal, Djokovic “ne ha per tutti”, senza giri di parole. Riportiamo alcuni dei passaggi più significativi del suo pensiero.
“Attualmente nel tennis c’è un monopolio, così come in altri grandi sport mondiali a questo livello, ma posso parlare solo della mia disciplina” dichiara Djokovic, criticando anche i media, “Molti media che si occupano di tennis scelgono di non scrivere su questo argomento perché non è nell’interesse di chi li paga. È un gioco vizioso e un circolo vizioso, ma finché avrò voce in capitolo, la userò”.
Djokovic ha continuato affermando che le pressioni esercitate da lui stesso e dalla PTPA hanno costretto l’ATP ad affrontare la questione dei guadagni per i giocatori che gravitano nel Challenger tour. Ad agosto, l’ATP ha annunciato Baseline, un programma di sicurezza finanziaria per i tennisti che sarà lanciato nel 2024 come parte di un processo di tre anni. Questo piano include guadagni base che garantiscono livelli di reddito minimi per i primi 250 giocatori nel ranking di singolare.
“Grazie all’azione della PTPA siamo riusciti, direttamente e indirettamente, a forzare alcune decisione dell’ATP, a riconsiderare alcune scelte. Direttamente un po’ meno, perché non ci permettono di entrare nel sistema e di essere parte del tavolo decisionale, di avere una partecipazione diretta nel sistema, ma indirettamente abbiamo risolto molte cose in modo positivo e provocato una reazione. Soprattutto dove l’ATP ha aumentato le somme di denaro per i giocatori infortunati e assenti dal Tour. Ora viene loro garantita una certa somma di denaro. Hanno fatto questo passo avanti, cosa che ovviamente accolgo con favore”.
“È sufficiente questo passo? Non lo è, ma ne sono felice e sono sicuro che lo abbiano fatto perché la PTPA e tutti gli attori in causa sostengono queste iniziative e comunicano costantemente idee e problemi su questo tema, dicono quanto sia importante affrontarlo nel modo giusto e parlarne, mentre in passato tutto era visto come un tabù. Parliamo costantemente di quanto guadagna un campione del Grande Slam o un numero uno al mondo, e non parliamo di quanti giocatori riescono a malapena a guadagnarsi da vivere con lo sport che praticano. È un cambio di rotta e continuerò a sottolineare aspetti che sono ovvi e presenti ma che altri non vogliono affrontare“.
Parole forti quelle del serbo che certamente non passeranno inosservate. L’ATP si è mossa concretamente per migliorare le condizioni di vita di una larga fetta di tennisti che lavorano duramente con l’obiettivo di salire in classifica verso il tennis che conta, e quindi migliorare i propri guadagni, ma Djokovic e gli altri tennisti coinvolti nella PTPA non sembrano intenzionati a fermarsi. Oltre ai guadagni, sul tavolo ci sono altri aspetti scottanti, come il calendario per citare uno dei nodi principali dell’annata tennistica.
Marco Mazzoni