in

Verso la Del Monte Coppa Italia: History Remix, la storica finale del 1991, Ravenna-Milano

Si avvicina la Del Monte Final Four di Coppa Italia, in programma nel weekend del 5-6 marzo alla Unipol Arena di Bologna. Andiamo a ricordare le edizioni precedenti più significative, le finali più combattute, le curiosità che hanno caratterizzato la storia di questa manifestazione.

Prima Puntata – 1991, il primo trofeo del Messaggero Ravenna
Il 3 e il 4 aprile 1991 si gioca a Mestre la final four di Coppa Italia. E’ il primo trofeo stagionale e c’è grande curiosità. Perché tante sono le cose che sono cambiate nei mesi precedenti nell’Italia pallavolistica. A ottobre 1990 la Nazionale di Velasco ha conquistato il Mondiale, il primo dei tre, dando seguito alla vittoria dell’Europeo dell’anno precedente. Proprio i successi azzurri avevano dato il via a uno “scossone” nel massimo campionato maschile, con tanti gruppi imprenditoriali che entrarono prepotentemente nel volley investendo capitali consistenti. Rivoluzionando squadre e stipendi, assicurandosi i migliori giocatori disponibili non soltanto italiani per quello che si definì subito “il campionato più bello del mondo”. Di fatto terminò il duopolio Parma-Modena (sette scudetti in due negli ultimi dieci anni), ai nastri di partenza veri e propri Dream Team come Milano a trazione statunitense (Dvorak, Ctvrtlik e coach Doug Beal campioni olimpici) con Zorzi e Lucchetta, oppure Treviso con gli azzurri neocampioni del mondo Cantagalli, Bernardi e Tofoli, la stessa Parma rinnovata con Carlao, Stork, Giani e Bracci. E tante altre squadre competitive (Padova, Montichiari, Cuneo solo per citarne alcune) a contribuire ad alzare il livello a un punto mai raggiunto prima. Ravenna, piazza storica della pallavolo, grazie agli investimenti del gruppo Ferruzzi e affidandosi a Giuseppe Brusi (deus ex machina della grande Teodora Ravenna vincitutto nel femminile negli anni ottanta) porta al Paladeandrè Fabio Vullo, Andrea Gardini e Roberto Masciarelli. Ma soprattutto si accaparra due fenomeni. Uno colui che è considerato il miglior giocatore al mondo, lo statunitense Karch Kiraly, l’altro è l’opposto degli Usa campioni olimpici in carica, Steve Timmons.

Kiraly e Timmons, Vullo e Gardini, fenomeni del Messaggero Ravenna

Eppure, nonostante le premesse, la Coppa Italia riserva sorprese su sorprese. La formula non è quella attuale. Innanzi tutto partecipano anche le squadre di A2, che effettuano dei preturni tra di loro che qualificano alcune squadre che si uniscono alle 12 formazioni di A1, per dar vita a quattro gironi che qualificano le prime due ai quarti. E qui non tutto va liscio, almeno per i top team. Lasciano le penne subito Padova, Treviso e Modena. Parma perde 3-1 con Asti (serie A2) ma si qualifica e trova Ravenna nei quarti. Andata a senso unico in Romagna (3-0) e vittoria parmense ininfluente al ritorno (3-2). A far compagnia in final four al sestetto allenato da Daniele Ricci ci sono Milano, Falconara (anche lei una outsider) ma soprattutto Città di Castello, formazione di serie A2 (vincerà poi il campionato) che riesce a spingersi fino alla fase conclusiva del torneo. In regia giostra Viaceslav Zaytsev, il papà di Ivan, l’opposto è un giovanissimo Andrea Sartoretti. Gli umbri, riescono anche a strappare un set alla corazzata meneghina in semifinale (15-7, 15-5, 10-15, 15-12 i parziali) che si aggrappa ai 35 vincenti (tra punti e cambi palla) di Andrea Zorzi e ai 27 di Bob Ctvrtlik. Nell’altra semifinale Ravenna fa meno fatica per domare Falconara (15-1, 15-12, 15-8) nella quale gioca Samuele Papi.

La finalissima è l’apoteosi del volley di quel momento. Ravenna è una macchina perfetta, la ricezione di Kiraly e Margutti permette a Fabio Vullo di innescare a velocità folle i suoi centrali e Steve Timmons. Milano non è da meno, l’altro asse americano conferisce stabilità e precisione con Zorzi principale terminale offensivo (30 vincenti per lui alla fine). Non bastano, perché trionfa Ravenna per un 3-0 molto più combattuto di quello che non dica il punteggio (15-13, 15-12, 15-9) soprattutto per la qualità degli scambi e delle molteplici difese da entrambe le parti. Giocate sopraffine dei registi, potenza in attacco, interventi in seconda linea ai limiti del possibile. Uno spot per la pallavolo italiana. E’ il primo trofeo di Ravenna, l’inizio di un’era vincente (purtroppo non lunghissima), a cui seguiranno lo scudetto nella stessa stagione, tre Coppe Campioni, due Supercoppe europee e un Mondiale per Club.



Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


Tagcloud:

Tennis, Svitolina: “Non giocherò con Potapova e altre russe e bielorusse”

Turchia: Altekma – Afyon 3-0 nel posticipo