Decisa la finale del torneo femminile di Wimbledon, che sabato vedrà di fronte la tunisina Jabeur alla kazaka Rybakina. Da vivere in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW
Rybakina-Halep 6-3, 6-3
La debuttante contro la veterana, la kazaka nativa di Mosca che non doveva neanche esserci a Londra contro la regina detronizzata senza poter difendere il titolo e che, per questo, vuole tornare sul tetto di Londra: la semifinale tra Simona Halep ed Elena Rybakina è il piatto forte nel menù di un tranquillo giovedì di Wimbledon. Viste le prestazioni straripanti con cui si è sbarazzata di due nomi di rilievo come Paula Badosa e Amanda Anisimova, la rumena parte favorita, ma nei due precedenti conclusosi senza un ritiro, la kazaka si è sempre spinta fino al terzo set.
Ai nastri di partenza, la Rybakina sembra più serena, mentre la Halep è tesa e non riesce a trovare il giusto feeling con il servizio e il dritto: la kazaka ne approfitta per mettere subito a segno il break in apertura, per poi confermarlo soprattutto con un paio di prime imprendibili. La rumena è in affanno soprattutto negli spostamenti e rischia di deragliare offrendo alla Rybakina addirittura una palla per il 4-0 pesante, ma viene graziata dalla ventitreenne nata a Mosca. La situazione si ripresenta identica sul 4-1, con la kazaka che non sfrutta altre due palle break, e di nuovo sul 5-2, quando per Elena se ne va via un primo set point. La Rybakina ne spreca altri due sul proprio servizio, ma il parziale arriva comunque grazie a un errore di dritto di Halep. Dopo 38 minuti, la kazaka è a un set dalla prima finale Slam in carriera.
La rumena è in crisi totale e subisce un ulteriore break in apertura con un sanguinoso doppio fallo. La partita è ormai nelle mani di Rybakina, ma sul 2-1, la kazaka sente il momento e restituisce il favore con quattro errori non forzati. Per la Halep sarebbe il momento di completare l’aggancio e invece la rumena perde nuovamente il servizio complice, neanche a dirlo, l’ennesimo doppio fallo nel match, il che dimostra come la bi-campionessa Slam non sia per nulla serena. Proprio i doppi falli, che saranno nove a fine partita, saranno il motivo per cui, chiamata a servire per rimanere nel match sul 5-3, la Halep viene trascinata ai vantaggi da 40-15. Sul primo match point, la risposta di Elena Rybakina consegna alla kazaka la prima finale Slam in carriera, contro la tunisina Ons Jabeur. Per entrambe, il sabato di Wimbledon sarà la chance di scrivere la storia per se stesse e per il proprio Paese.
Jabeur-Maria 6-2, 3-6, 6-1
Da compagne di BBQ a rivali in una semifinale a Wimbledon che vale una carriera: comunque vada, sia Ons Jabeur che Tatjana Maria debutteranno in finale in uno Slam. E per entrambe l’ultimo atto non sarebbe soltanto una questione di sport: la tedesca sarebbe la prima mamma di due figlie ad arrivare così in fondo a Wimbledon; la tunisina sarebbe la prima a riuscirci in tutto il mondo arabo, se possibile portando ancora di più il tennis in casa di un mondo fino a poco tempo fa impermeabile al progressismo e, soprattutto, neanche poi così vagamente misogino.
Fin dal primo game il canovaccio di partita sembra chiaro: la Jabeur prova a muovere la Maria forzandole lo slice da posizioni scomode; la tedesca, invece, è intenzionata a prendere subito la rete per accorciare gli scambi. Il risultato è che la trentaquattrenne di Bad Saulgau ci mette dieci minuti soltanto per tenere il primo turno di servizio, mentre la tunisina è attenta a non sprecare troppe energie. L’equilibrio si rompe già nel terzo game, con la Maria che, stremata, affossa in rete uno slice di rovescio e la Jabeur che sfrutta la quinta chance utile. Al momento di confermare il break, la tunisina dimostra di avere un feeling intermittente con il proprio dritto, ma riesce comunque a risalire da 0-30, grazie soprattutto a un paio di smorzate e volee delicate. La Maria proprio non riesce ad aiutarsi con il servizio e sul 15-30 deve chiedere aiuto a un chop che prende uno strano effetto per evitare di concedere altre due palle break, salvandosi poi ai vantaggi. E se per la tedesca le uniche chance di rimanere in partita sono regali di Jabeur, dal 4-2 la tunisina decide di alzare il ritmo, prendendosi un altro break e chiudendo il primo set per 6-2 dopo 38 minuti.
Il secondo parziale sembrerebbe iniziare esattamente come il primo e nel terzo game la Maria deve annullare due palle break che sembrerebbero già avere il sapore di un match point. Salvatosi in corner, però, come avvenuto già negli ottavi di finale contro la Ostapenko e nei quarti di finale contro la Niemeier, la tedesca si rianima, si procura la prima palla break a favore nel game successivo e la sfrutta immediatamente. La trentaquattrenne di Bad Saulgau soffre anche al momento di confermare il vantaggio, complice un punto vinto dalla Jabeur con una magia da dietro la schiena, ma la Maria risponde con un lob splendido sul 40-40 e sfrutta un errore non forzato di dritto commesso dalla tunisina per salire 4-1. Per quanto la tedesca non riesca a guadagnarsi molti punti diretti al servizio, Ons è in confusione e offre anche un set point in risposta, ma si salva con una smorzata imprendibile. Con la pressione tornata sulle spalle della Maria, la tedesca non trema e chiude il secondo parziale per 6-3.
Ai blocchi di partenza nel terzo set, però, la tedesca paga fisicamente lo sforzo fisico profuso per riagganciare la partita e in un attimo la Jabeur sale sul 3-0, ritrovando spinta con le gambe e muovendosi in modo più attento a fondocampo. La Maria non ne ha più e, nervosissima, subisce un altro break, confermato dalla tunisina che vola sul 5-0, chiudendo poi la partita al secondo match point utile per 6-1, decidendo però di non abbandonarsi a festeggiamenti plateali, ma di lasciare la scena in campo a mamma Tatjana per una meritata ovazione tributatale dal pubblico di Wimbledon. Dovesse vincere il torneo, la Jabeur terminerebbe la propria stagione su erba da imbattuta, dopo aver vinto anche il titolo nel WTA 500 di Berlino due settimane fa.