Peng Shuai ricompare e in un’intervista a L’Equipe da una stanza d’albergo a Pechino, scortata da Wang Kan, capo del Comitato olimpico cinese, e ribadisce la marcia indietro sulle accuse di abusi sessuali contro l’ex vicepremier Zhang Gaoli, mostrando gratitudine a quanti hanno espresso preoccupazione per il suo benessere negli ultimi tre mesi, pur non comprendendone le ragioni. “Prima di tutto vorrei ringraziare i giocatori ATP e WTA, tutti gli atleti e le personalità in gran numero che si sono preoccupate per me”, ha detto Peng. “Ma non pensavo ci sarebbe stata una tale preoccupazione e vorrei sapere: perché tale preoccupazione?”. “Non sono mai scomparsa, tutti potevano vedermi”, ha aggiunto Peng, a colloquio con un media occidentale per la prima volta dalla sua ricomparsa pubblica e dal tumulto causato dal messaggio del 2 novembre (rimosso dopo mezz’ora) sui social di denuncia degli abusi sessuali subiti dall’ex vicepremier Zhang Gaoli. “Cos’è successo? Ho già risposto a questa domanda, durante un’intervista a Shanghai oltre che tramite un’e-mail alla WTA e in altri casi. Questo post ha dato origine a un enorme malinteso da parte del mondo esterno. Spero che non si distorca più il suo significato. E spero anche che non si aggiunga altro clamore”, ha precisato la tennista, ex numero uno al mondiale di doppio. “Non sono mai scomparsa. E’ solo che molte persone mi hanno mandato messaggi ed era del tutto impossibile rispondere a così tanti messaggi. E io non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente”, ha aggiunto Peng spiegando di aver cancellato il post su Weibo, il Twitter in mandarino, perché lo “voleva” lei e che il motivo della sua mancanza di comunicazione con la WTA era un malfunzionamento del computer. “Con i miei amici più cari sono sempre rimasta in stretto contatto. Ho discusso con loro, ho risposto alle loro e-mail, ho discusso anche con la WTA”, mentre è sempre meglio non mescolare sport e politica, un tema dei messaggi del governo cinese durante la saga. “Vorrei dire prima di tutto che i sentimenti, lo sport e la politica sono tre cose ben distinte. I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non devono essere coinvolti nello sport e nella politica. E lo sport non deve essere politicizzato perché, quando lo è, il più delle volte equivale a voltare le spalle allo spirito olimpico e va contro la volontà del mondo dello sport e degli atleti”, ha continuato.
L’incontro con Bach
La tennista cinese ha raccontato di aver incontrato il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach ai Giochi invernali di Pechino, in un hotel nella bolla olimpica. “Abbiamo cenato insieme sabato e abbiamo avuto una bella discussione e uno scambio di vedute”, ha detto Peng, che ha anche annunciato il suo ritiro dallo sport. “Mi ha chiesto se sto pensando di gareggiare di nuovo, quali sono i miei progetti, cosa ho intenzione di fare e altro”, ha aggiunto, insieme al capo dello staff capo del Comitato olimpico cinese Wang Kan. Peng ha detto che non era mai “scomparsa”. Peng ha anche chiarito perché ha scelto di comunicare con il presidente del Cio Thomas Bach, piuttosto che con Steve Simon, a capo della WTA, l’associazione del circuito professionisto mondiale del tennis femminile: “Non ho scelto nulla. Come tutti, ho visto la dichiarazione sul sito ufficiale della WTA. Era molto insolito per me, perché avrei dovuto avere bisogno di assistenza psicologica o cose del genere? Ma se gli psicologi WTA non riuscivano a contattarmi e pensavano che fossi scomparsa, penso che sia un po’ esagerato. Quindi, dopo aver letto questa dichiarazione, ho risposto io stesso al presidente della WTA Steve Simon”. Per quanto riguarda la vita di Peng dai primi di novembre? “E’ come dovrebbe essere, niente di speciale”.