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Sinner, con la presenza di ieri sconfiggere Zverev non è impossibile

Dolce svegliarsi con le luci, colori e profumi della primavera che accompagnano il caffè mattutino. È ancor più dolce quando hai ancora in testa la prepotente prestazione di Jannik Sinner di ieri sul rosso di Monte Carlo. Jannik aveva iniziato tutt’altro che bene il torneo. Traballa, soffre, sbaglia, forza pallate fuori, non cambia ritmo, ha problemi fisici, addominali, vesciche, ha dubbi tecnici, non tira il lungo linea, fa pochi punti con la seconda... Quest’elenco di mezzi orrori tennistici, letti e strascicati ogni dove potrebbe continuare. Alcune critiche sono anche corrette, basate su sensazioni reali e numeri. Ma… Alla fine arriva al venerdì di uno dei tornei più prestigiosi e importanti dell’anno, e com’è – come non è, Jannik Sinner te lo ritrovi in campo come terzo match sul Court Rainier III. Quel campo ricco di storia che ieri si è esaltato, è diventato una bolgia – e non solo grazie a supporter italiani – sulle bordate di Sinner. Quell’avvio incerto è stato spazzato via da una reazione leonina all’inizio del secondo set. Sotto in un break, quelle due bordate improvvise, senza senso o al contrario pregne di mille significati, hanno spaccato il muro del rivale. Tutto crollato in pochi minuti per Rublev, mentre l’azzurro si è preso il campo, gli angoli, la riga di fondo. La testa di Andrey, e non l’ha mollato più, sino a quella risposta vincente di rovescio sul match point.

Una grande vittoria, contro un grande avversario. Oggi siamo a quarti. Si avanza nel torneo, si alza l’asticella. Al di là della rete ci sarà Alexander Sasha Zverev. Quasi due metri di potenza e talento, discretamente incasinati in una personalità che definire conflittuale al limite dell’autodistruttivo è dir poco… Forse proprio in questo Sinner deve spingere per provare a vincere una partita molto difficile ma non impossibile. 

Sinner intanto ha già battuto Zverev. Roland Garros 2020, proprio su terra. Era il loro primo incontro. Jan giocò quello Slam con le ali ai piedi, impressionando tutto il mondo del Grande tennis che ancora poco lo conosceva. Era fresco nell’autunno parigino, i campi non erano granché veloci, zuppi di umidità. La pressione continua e accelerazioni di Sinner scardinarono in 4 set la potenza del tedesco, che non capì molto di quella sconfitta dal punto di vista tattico. Non servì bene, subì per gran parte dell’incontro gli schemi ordinati dell’azzurro, uscendo sconfitto a sorpresa. Sinner era in grandissima forma, tanto che fece partita pari contro un immenso Nadal, fu l’avversario che più lo mise alle corde nel torneo, più di Djokovic sul piano del gioco puro.

Sono passati due anni da allora. Zverev ha incrociato Jannik altre due volte, prendendosi due rivincite: in condizioni indoor a Colonia (Sasha vinse il torneo) e allo scorso US Open, nel periodo in cui il tedesco ha espresso il suo miglior tennis in carriera, forte dell’Oro olimpico appena vinto.

Zverev quindi sarà favorito? Sì, ma una eventuale vittoria di Sinner non sarebbe necessariamente un’impresa. Jannik, lo Jannik visto ieri dal secondo set, ha tennis, fisico e testa per battagliare ad armi pari e sconfiggere anche un ottimo Zverev.

Sottolineo il discorso mentale, della forza e presenza in campo. Ieri ha rimontato e superato il russo soprattutto grazie a quello, una consistenza, forza e fiducia che è esplosa consentendogli di rubare spazio al rivale, di tirare fiammate micidiali col diritto e inchiodare Andrey sul rovescio. Gli ha preso tutto: fiducia, metri di campo, angoli. Una forza brutale, come poche volte si era visto in carriera Pro-Sinner. Contro Zverev dovrà non solo a giocare bene, deve imporre la stessa tigna, quella forza di animo, di fisico e fiducia che rende il suo pressing in campo formidabile.

Sasha ha un potenziale quasi sterminato. Se servirà come nei giorni migliori, sarà durissima per Jannik, come lo è per tutti. Il tedesco ha già vinto Masters 1000 sul rosso, ha battuto tutti i migliori. Potrebbe partire fortissimo con la battuta, disegnare il campo col rovescio, spingere forte col diritto. Potrebbe “spazzare” via Sinner con bordate potenti e precise, se il servizio lo sostiene. Ma… Sasha è un giocatore molto umorale, può incartarsi da solo quando perde fiducia o diventa nervoso, quando la prima palla non lo sostiene e il rivale lo costringe in difesa o non gli consente di macinare il suo gioco. In quel caso il servizio si inceppa, e la seconda palla è tutt’altro che ottima; perde campo e diventa difensivo. Si mette “a remare”, e cerca di ribaltare il momento difendendosi, giocando troppo dietro, commettendo errore col diritto. Le bordate di Jannik viste ieri, con quella aggressività e continuità (nonostante qualche errore che ci sta, visti i rischi presi) potrebbero esattamente provocare queste reazioni a catena che distruggono le certezze di Zverev e lo mandano in bambola. Sul rovescio può fare quasi partita pari (quello di Zverev è più potente), deve giocare assolutamente bene con i colpi di inizio gioco: prime sicure e risposte ficcanti, per mandare all’indietro Sasha. Deve soprattutto mettergli dubbi, far sentire la sua presenza in campo, che il rivale c’è, è forte e sicuro. Allora la partita potrebbe diventare molto, molto interessante per l’azzurro. Potrebbe diventare un’altra partita bellissima.

Zverev viene da un periodo tutt’altro che buono. Nella doppietta USA di primavera è uscito malamente a Indian Wells all’esordio, e ha perso giocando piuttosto male contro Ruud a Miami. Era reduce dalla pagina nerissima di Acapulco. Non è in grande confidenza, ha gli occhi del mondo puntati contro, e non sono esattamente “occhio dolci”. Sinner può giocare una grande partita, e vincere. Il Sinner cresciuto così tanto nel torneo non deve temere niente, solo far scorrere il suo gioco, divertendosi ad esplorare il campo, provare nuove soluzioni, vivere intensamente queste partite. I limiti sono fatti per essere superati.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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