Mathieu Van der Poel e’ tornato e ha dimostrato di essere il re delle Fiandre, dove aveva gia’ vinto due anni fa. In quell’occasione fulmino’ il belga Wout Van Aert, quest’anno messo fuori causa dal Covid-19, oggi ha beffato lo sloveno Tadej Pogacar, al termine di una volata dai contorni kafkiani.
‘La corsa’, come viene semplicemente chiamato il Giro delle Fiandre, sembrava infatti un affare riservato solo a chi poi lo avrebbe poi vinto e al doppio trionfatore degli ultimi due Tour de France: Van der Poel, ma soprattutto Pogacar, erano lanciati in una fuga che sembrava destinata a concludersi con l’affermazione di uno dei due contendenti. Invece, la frenata finale dei due – come se si trovassero sulla pista di un qualsiasi velodromo, fra sguardi penetranti e bici quasi bloccate – ha favorito la disperata rincorsa di altri due corridori. L’olandese Dylan Van Baarle e il francese Valentin Madouas sono piombati su Pogacar e Van der Poel che, ai -250 metri, si sono visti annullare il vantaggio di una quarantina di secondi, accumulato sulle pietre degli ultimi due muri.
Morale: Van der Poel ha colto in anticipo Madouas (terzo) e Van Baarle (secondo), Pogacar e’ rimasto imbottigliato fra i tre e, alla fine, da possibile vincitore, e’ stato scaraventato giu’ dal podio, piazzandosi al quarto posto. Palpabile, e visibile visto il gesto di stizza che ha fatto, la sua delusione sul traguardo di Oudenaarde, dopo 272,5 chilometri vissuti fra tormenti, speranze e ambizioni. L’epilogo alla Hitchcock ha reso ancora piu’ spettacolare la ‘corsa dei muri’ che gia’ aveva regalato lampi di grande ciclismo, grazie all’azione di Pogacar e Van der Poel che, messo alla corda sui brevi ma terribili strappi finali, non ha perso un centimetro e, alla fine, e’ riuscito a centrare il bis della gara giunta alla 106/a edizione.
La doppietta, primo e secondo posto, degli olandesi lascia l’amaro in bocca soprattutto ai belgi, a digiuno ormai dal 2017: l’ultimo a trionfare sul traguardo del Giro delle Fiandre fu Philippe Gilbert, che non e’ un fiammingo, bensi’ un vallone. A bocca asciutta anche l’Italia, che nel 2019 vinse con Alberto Bettiol, lo stesso corridore che oggi si e’ fatto vedere spesso, ma nel finale non e’ comunque riuscito a incidere. Matteo Trentin, invece, si e’ limitato al ruolo di copertura per il leader della UAE Emirates, Pogacar.
“Pensavo di giocarmi la vittoria da solo con Pogacar, che aveva spinto a tutta per diversi chilometri, invece nel finale sia Madouas che Van Baarle sono riusciti a riagganciarci – le parole del vincitore, figlio e nipote d’arte (suo padre Adrie e’ stato un campione, aggiudicandosi anche lui il Fiandre, per non parlare del nonno Raymond Poulidor). In gara Tadej e’ stato fortissimo sull’Oude Kwaremont e sul Paterberg, mi ha messo in difficolta’ e ho rischiato di staccarmi. Ho resistito e, se sono arrivato a questa vittoria, oltre alla mia caparbieta’, devo ringraziare tante persone. Ho avuto un inverno difficile, davvero molto travagliato. E’ stata una gara durissima, forse Pogacar e’ stato il migliore: avrebbe quantomeno meritato il podio”.