TOKYO – Julio Velasco a “Best of”, il contenitore di Rai2 condotto da Jacopo Volpi è tornato a parlare di azzurro ma anche del Doping di Stato russo e del caso della brasiliana Tandara.
GLI USA – Italia-Serbia, poi Serbia-Stati Uniti… “Ogni partita ha storia a se. Ad inizio torneo mi ero sbilanciato per una finale Stati Unit-Italia, mi ero speso con grande fiducia”. Poi si spende positivamente sulle statunitensi “Anche nella VNL è stata la miglior squadra. Ha poi una migliore gestione dello staff, Kiraly lascia parlare molto anche il vice e lascia parlare le giocatrici. Interessante la partecipazioni corale”
IL DOPING – “La finale più giusta relativamente. Intanto non capisco se c’è stato Doping di Stato in Russia. Se c’è stato e la ‘penalizzazione’ è solo non avere bandiera e inno, penso che se ne fregano. O c’è stato o non c’è stato. Su Tandara opposto del Brasile che ora non può giocare… Non mi esprimo sulla sua positività o meno ma è stata ritirata dal torneo nel frattempo con lei sono arrivate in semifinale. Le altre squadre hanno giocato contro una squadra che ha potuto contare su una giocatrice che poi è stata sospesa, non una qualsiasi. Se io fossi stato un allenatore di una squadra che ha perso con il Brasile sarei inviperito. E’ una giocatrice che ha fatto la differenza”. “La Pellegrini entrando al CIO ha parlato subito di guerra al doping, questa lotta passa anche da qua… Se si sanziona una sola giocatrice…”
LA FINALE USA-BRASILE – “La più giusta dal punto di vista tecnico, l’allenatore del Brasile lo conosco, è già stato grandissimo tra maschi e femmine, ma queste cose (il doping di Tandara) non le capisco”.
UN BEL TACERE… – Dopo l’intervento di Lucchetta che ha evidenziato anche come Zaytsev ed Egonu a fine Olimpiadi non abbiano presenziato alle conferenze stampa (forse intendeva la zona mista post gara…ndr) Velasco è tornato a parlare del nostro movimento: “Non capisco l’ambiente che sosteneva che si andava per l’oro… Era due anni che non si giocava. Sulla base di cosa si affermava questa cosa? Siamo un movimento autocelebrativo e autoreferenziale. L’estate scorsa le nostre due nazionali non si sono allenate nemmeno un giorno… Noi i più forti? Sulla base di cosa? Si creano tante aspettative per questa autoreferenzialità che poi la pressione aumenta in maniera esponenziale. Non è solo l’aver giocato o meno la VNL, forse dobbiamo parlare meno prima, o non parlare per niente prima. Perché poi dopo non si va nemmeno alle conferenze stampa…”.