FRANCIA – POLONIA 3-2 (21-25, 25-22, 21-25, 25- 21,15-9)
di Simone Serafini
TOKYO – Dopo una partita che definire spettacolare non rende bene l’idea, la Francia batte i campioni del mondo in carica polacchi e si conquista la semifinale. Troverà l’Argentina, e, nota a margine, le quattro semifinaliste erano tutte nello stesso girone eliminatorio. Forse aveva ragione chi diceva che i gironi iniziali fossero “squilibrati”.
Match spettacolare dicevamo, perché nel complesso si è visto un livello tecnico altissimo, con praticamente tutti i giocatori al limite delle proprie capacità. Solo i tre schiacciatori polacchi che si sono alternati nello stesso ruolo (Kubiak, Sliwka e Semienuk) non sono entrati benissimo in partita. Per il resto uno scontro di livello assoluto. Se non ci sono stati molti scambi prolungati è stato merito degli attacchi. Al servizio come logico le due squadre hanno forzato, ma gli errori sono stati contenuti e i ricevitori hanno “tenuto” come meglio non avrebbero potuto. I quattro centrali (anzi cinque, perché nella Polonia si sono alternati) hanno dato vita a duelli ad altezze astronomiche. La differenza è tutta nel quinto set, ma per una volta non nei punti finali, ma nelle prime fasi. Qui la Francia costruisce il successo, con un paio di invenzioni di Ngapeth (una dopo una grande difesa di Grebennikov) e soprattutto su un contrattacco di Clevenot in diagonale stretta contro il muro a tre polacco. Da lì in poi, parafrasando Mario Ferretti, “una sola squadra al comando”.
I PROTAGONISTI … IN SECONDA E IN TERZA FILA – Parlare di Leon, Kurek, Ngapeth, Clevenot e Patry dopo quello che hanno fatto vedere in campo sarebbe troppo scontato. Ma il successo di uno spettacolo si regge quasi sempre sull’apporto degli “altri” attori. Quelli meno alla ribalta, meno appariscenti, ma non di meno importanti, anzi. Così Francia – Polonia è stata esaltata dagli altri. E quindi è giusto dare spazio e onori a loro.
L’ESSENZA DEL LIBERO – Zatorski e Grebennikov hanno dimostrato di essere (tra) i migliori liberi al mondo. Certo non ce ne accorgiamo oggi, ma fare una prestazione così in una partita di importanza monumentale come un “dentro o fuori” olimpico non è mica semplice. Neanche una sbavatura, difese “di posizione” assurde, ricezioni positive su battute complicatissime ma soprattutto una capacità di comandare la seconda linea degna dei più grandi Generali nelle leggendarie battaglie dei secoli scorsi.
STESSO RUOLO, DUE FILOSOFIE – Drzyzga ha guidato i suoi fin dall’inizio partendo da un assunto. Ho due giocatori molto forti in attacco (Kurek e Leon) e quindi armo subito i loro colpi. Ogni tanto palla ai centrali, poco pochino a Kubiak e ai suoi sostituti. Per tre quarti di partita una gestione che ha pagato, perché ad esempio Kurek a metà secondo set aveva 10 punti su 15 colpi ed ha chiuso con 25 su 39. Leon sembrava a ogni attacco andare sempre più in alto e colpire più forte. Dall’altra parte invece Brizard ha distribuito in maniera meno marcata, non sovraccaricando nessuno dei suoi. Ha colpito la gestione “brasiliana” di alcune uscite in primo tempo spostate dietro (alla Bruno-Lucas per intenderci), specie in contrattacco.
LA PARTITA – Inizia meglio la Francia che ha Toniutti tra i titolari ma, spinta da Leon, da 3-7 la Polonia costringe Tillie al primo dei due time out (8-5). Il secondo è sul 17-11 dopo che il muro polacco ferma Clevenot e Leon sigla il contrattacco. La Francia prova a rientrare ma la Polonia sempre trascinata da Leon e da Kurek veleggia tranquilla (25-21). Brizard si insedia alle operazioni di comando transalpine e la Francia ne giova. Ne nasce un punto a punto tirato, con qualche errore di fila in battuta (ma saranno gli unici) e degli scambi pirotecnici (quello del 14 pari da highlights su youtube).
L’inerzia del set cambia nella P1 polacca, quando Kurek è murato e Sliwka spara out. La Francia passa all’incasso (25-22, chiude Clevenot). Terzo set con Sliwka che rimane in campo, Kurek e Leon continuano il loro martellamento pesante e nonostante Ngapeth gli uomini di Heynen hanno sempre il naso avanti. Il break decisivo arriva su un’invasione molto contestata di Clevenot (forse il contatto del giocatore sulla rete è fuori l’asticella, quindi non punibile) e un muro subito da Ngapeth. Leon è monumentale e chiude ogni discorso con gli ultimi tre punti del set per i suoi (l’ultimo in contrattacco sparando una fucilata saltando indietro, 25-21).
Polonia che parte bene nel quarto ma si incastra nuovamente in P1 (Francia avanti 8-7). Patry è presentissimo in attacco dal lato destro del campo, Ngapeth cresce alternando giocate di potenza a carezze astute. La Polonia tiene ma l’attacco out di Kurek (21-18) è presagio di tiebrak. Legoff mura Semienuk (terzo giocatore nel ruolo per Heynen) e tutti al quinto.
Dove praticamente non c’è storia. I francesi giocano la loro miglior pallavolo nel momento che forse più conta nella loro storia pallavolistica. Dieci minuti perfetti che mandano la formazione di Tillie a giocarsi le medaglie (15-9).