MODENA – Su Tuttosport di oggi doppia pagina con i pensieri di tutti gli altri CT azzurri sul’Europeo di calcio di Roberto Mancini e la sua Italia. Tre domande uguali per tutti, queste le risposte di Gianlorenzo Blengini, Ct azzurro della nazionale maschile.
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Gianlorenzo Blenigni, CT azzurro dell’Italvolley maschile, è come se fosse già in Giappone, la squadra, in collegiale a Roma, ha già salutato le famiglie, a metà settimana parte per Tokyo, a casa non si torna.
Ha seguito il cammino europeo dell’Italia di Mancini, cosa ne pensa?
“L’ho seguito molto attentamente e non solo in questo Europeo. Credo che il viaggio parta da lontano e credo che il segreto di ciò che questo gruppo sta ottenendo parta dal primo giorno in cui Mancini si è inserito, rivoluzionando sia sotto l’aspetto tecnico che umano. E’ percepibile a occhio nudo come la chiave di tutto sia quanto la squadra restituisce all’allenatore in termini di fiducia. In un momento in cui di certi giocatori c’era una opinione particolare e alcuni giovane sono stati inseriti con grande coraggio quando magari nemmeno giocavano nei rispettivi club, a entrambi questi giocatori Roberto Mancini ha trasmesso a loro stessi grande fiducia. Ora da parte loro c’è la restituzione in termini di disponibilità a questa fiducia accordata in un momento in cui altri questa non gliela riconoscevano”.
Come immagina la finale dell’Europeo, quale sarà la chiave della partita ed un eventuale pronostico…
“Il bello dello sport, quello che entusiasma, è che quando ci sono dei pronostici fatti sulla base delle forze e caratteristiche dei contendenti, in realtà non si sa mai come può andare a finire. Credo che di fronte ci saranno squadra con grande convinzione di poter portare a casa il trofeo e non sempre il giocare in casa rappresenta un vantaggio.”
Ci sono elementi di questa Nazionale che rivede nei suoi ragazzi?
“La cosa che mi piace di più è l’unità d’intendi al di là delle individualità. Non solo per l’aver portato la maglia di Spinazzola nella fotografia a fine gara ma nell’attitudine, negli atteggiamenti. Li ho visti da vicino a Roma ad allenarsi nella mattina prima della gara inaugurale e si vede un gruppo che è cosa sola. Mi piace pensare che sia un obiettivo che Mancini ha raggiunto e che possa fare la differenza. Individualmente tutti i giocatori sono persone e tutte le persone sono diverse. Vedo però similitudini nel mix giovani ed esperti”.