ROMA – Il discorso di Giuseppe Manfredi, presidente Fipav, al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
di Giuseppe Manfredi, Presidente Fipav
Gentile Presidente,
Innanzitutto Grazie per averci accolto nella sua Residenza, il Palazzo del Quirinale; un luogo per certi aspetti sacro, simbolo dell’Italia nel mondo.
Essere invitati qui non capita molto spesso e quando questo accade significa che è stato fatto qualcosa di rilevante per l’Italia e per gli italiani, un qualcosa che ha permesso al nostro tricolore di poter sventolare più in alto di tutti.
Inneggiare ai vincitori di una manifestazione sportiva in un luogo simbolo del nostro Paese è probabilmente la più bella medaglia che ci si possa mettere al collo, è la coppa più preziosa che un capitano possa alzare al cielo.
Ed è proprio per questo, caro Presidente, che mi preme ringraziarla nuovamente e con la più sincera emozione.
Tutti noi veniamo da una stagione pandemica durissima che ci ha fiaccato profondamente nell’animo privandoci delle nostre libertà; il nostro Paese, come il mondo intero, è stato chiamato ad affrontare una prova durissima. Il prezzo pagato dall’Italia è stato terribilmente alto e in tutti i settori, davvero tutti, le difficoltà sono ancora all’ordine del giorno.
L’Italia e il suo popolo però, troppo spesso bistratti, sono rinomati per la loro creatività; per la loro capacità di adattamento e per il saper far fronte alle situazioni più complesse con ironia e senso pratico.
Il Made in Italy – nel suo senso più ampio – però non è solo questo; la cronaca racconta, infatti, di giovani di belle speranze che rappresentano con orgoglio il nostro Paese, dando lustro all’Italia nei più svariati settori: dalla medicina, all’informatica, dalla scienza all’arte, passando per la musica e lo sport.
I giovani, appunto, il bene più prezioso per noi e per la nostra società civile; è per questo che abbiamo il dovere di proteggerli e tutelarli, perché in loro riponiamo le nostre più sincere speranze.
Oggi, caro Presidente, siamo qui perché Lei ha reputato che le due nostre due giovani Nazionali siano meritevoli del Suo plauso e quello dell’Italia intera.
Da presidente del movimento pallavolistico mi inorgoglisce pensare che le nostre ragazze e i nostri ragazzi possano rappresentare un modello per tanti altri giovani; sì perché lo sport italiano in questo 2021 ha lanciato un messaggio di speranza unico nel suo genere, un messaggio chiaro: il nostro è un Paese che unito ce la può fare, il nostro è un popolo che può rappresentare un modello vincente. Se ci soffermiamo solo per un istante a pensare a tutte le medaglie vinte in questa lunga estate, allora sì che dovremmo essere davvero fieri di noi.
La maglia azzurra, intesa nel suo senso simbolico più profondo, deve rappresentare un vanto, deve essere indossata sempre con orgoglio e con la consapevolezza di cosa rappresenta davvero.
Avere la possibilità di vestirla non deve essere considerata un’abitudine, ma una grande occasione, a volte anche di riscatto.
E in fondo, alle nostre due squadre è successo proprio questo: dopo un’edizione dei Giochi Olimpici, deludente per noi e per il movimento che rappresentiamo, hanno saputo fare squadra e hanno saputo rialzarsi con caparbietà e orgoglio; l’orgoglio di essere italiani.
Nel momento che Myriam e Simone hanno alzato la Coppa al cielo è come se un intero Paese lo avesse fatto con loro, quando li ho visti fare quel gesto ho subito pensato, che in fondo, le eliminazioni subite a Tokyo e le lacrime versate in quel momento erano ormai un lontano ricordo.
I nostri due giovani capitani hanno saputo guidare i loro compagni a una vittoria frutto della caparbietà, della voglia di rialzarsi e di guardare al futuro con speranza e fiducia, esattamente come ora sta facendo il nostro Paese.