MODENA – Intervista al prossimo presidente Federale Giuseppe Manfredi oggi su Tuttosport a firma di Diego De Ponti.
—- Ripartire. E’ con questo imperativo che la Federazione pallavolo corre verso le elezioni di domenica dopo un anno segnato dalla pandemia e dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria Interprete di questo slancio è il candidato alla presidenza, il pugliese Giuseppe Manfredi che avrà il compito di dare continuità al lavoro già intrapreso dal presidente uscente Pietro Bruno Cattano e del suo Consiglio.
Manfredi, nel suo programma ha posto la ripartenza come atto necessario per tutto il movimento. Ripartire con quali priorità? “Il movimento ha bisogno di ripartire e di riprendersi tutto lo spazio che gli compete. In questo momento l’impegno principale deve essere rivolto alle società che danno vita alla nostra base, perché ora sono in grande difficoltà. Dobbiamo essere pronti a ripartire sul territorio con un azione aggressiva per recuperare i più piccoli che oggi non possono fare attività perché le palestre sono chiuse”.
Nell’ultimo anno la Fipav ha cercato di venire incontro alle esigenze delle società. atleti. tecnici e dirigenti. stanziando quasi cinque milioni di euro. Che fare ora? “In primo luogo non tutti quei fondi sono stati usati per il blocco dell’attività giovanile. Dovremo valutare tutte le opzioni ma sono anche preoccupato per l’attività di vertice. Le società di A e di B stanno facendo qualcosa di eroico e vanno premiate. Ma se la gente non tornerà nei palazzetti tutto sarà più complicato. Per questo dobbiamo essere pronti ad agire: prolungare la stagione, utilizzare l’estate per manifestazioni, promuovere eventi nelle piazze e nelle località più importanti d’Italia. E’ fondamentale per il nostro movimento e lo potremo fare se saremo capaci di essere tutti uniti in questo intento”.
In questi giorni sono passati i decreti Spadafora. E’ preoccupato per le possibili conseguenze?
“Qualsiasi cambiamento che ha l’obiettivo di migliorare una situazione é ben accetto ma è fondamentale che ci siano i presupposti per farlo, altrimenti lo sforzo potrebbe essere vano o addirittura controproducente”.
Lei ha molto a cuore la formazione di dirigenti e allenatori. Quali iniziative immagina? “Dobbiamo riportare il focus sulla base e su chi anima le società favorendo investimenti sui dirigenti: più formazione e aggiornamento per puntare lo sguardo al futuro l’obiettivo è reclutare e qualificare persone capaci di affrontare le sfide che ci attendono. Per gli allenatori immagino un’Accademia che garantisca la crescita di queste figure. L’allenatore è soprattutto un educatore che ha una grande responsabilità”.
Mazzanti e Blengini ora hanno il doppio incarico. E’ caduto un tabù? “No, continuiamo a pensare che i tecnici delle Nazionali debbano fare questo a tempo pieno Siamo reduci da un anno particolare, abbiamo dovuto confrontarci con il prolungamento del contratto per arrivare alle Olimpiadi in un quadro di difficoltà economica. La soluzione e stata dare loro questa opzione ma non la riproporremo”.
Dove immagina la pallavolo italiana al termine del suo mandato? “lo mi auguro di rivedere la pallavolo italiana nella collocazione che si merita per la sua storia e i suoi valori tecnici”.