MILANO – Un sogno accarezzato e sfiorato, più in gara 2 che realmente in gara 3. L’Allianz Powervolley mai come in questa stagione è andata vicina all’impresa di staccare un pass per le semifinali scudetto. Un percorso di crescita per Milano, messo in luce attraverso il lavoro certosino di coach Piazza e del suo staff tecnico, recepito ed applicato dagli atleti che contro un avversario di altissimo calibro come Perugia hanno dimostrato di poter giocare alla pari.
Il senso di squadra è venuto fuori anche nell’amara gara 3, che ha sancito l’eliminazione di Milano nei quarti di finale playoff scudetto: un primo set “orribile” per Piano e compagni, messi sotto pressione da Perugia (25-14), salvo poi riprendersi e ricostruirsi la chance (poi non concretizzata) di riaprire il match nel secondo parziale (25-23). Alla fine però è arrivata la sconfitta ed è il capitano Matteo Piano ad avere l’onere di commentare il percorso di squadra.
“Perugia ha avuto un cambio palla più fluido del nostro – analizza il centrale in maglia numero 11–: hanno battuto molto bene e meglio di noi. Nella pallavolo il campo insegna questo: quando fai il cambio palla con fluidità ed in più ha una fase break migliore, mentre se fatichi nel cambio palla allora perdi. Io credo che era meritato per noi sognare di aggredire una squadra forte come Perugia come abbiamo fatto in tutta la serie, perché siamo una squadra che ha giocato una bella pallavolo”.
Si è trattato di un cammino lungo e virtuoso, fondato su solide basi e sulla capacità di un allenatore come Piazza di cementare un gruppo che si è sentito unito come una famiglia, dimostrandolo in campo. “Quest’anno siamo stati un bel gruppo: abbiamo messo in difficoltà quasi tutte le squadre che abbiamo incontrato. Abbiamo avuto i nostri momenti di buio e siamo calati in alcuni momenti, ma credo che complessivamente abbiamo fatto una grandissima partita in gara 1, mentre il vero rammarico è per gara 2”.
La grande opportunità, infatti, Milano ce l’ha avuta domenica scorsa quando, dopo il blitz in Umbria, era avanti 1-0 dopo il primo set e conduceva anche con discreto vantaggio la seconda frazione. “Ci è mancato l’essere killer nel secondo set – prosegue Piano –, Quando sei in vantaggio con una squadra che non sta giocando bene, che in quel momento non stava esprimendo una bella pallavolo, bisogna chiudere il parziale. In gara 3 sono stati uniti e hanno espresso una bella pallavolo: loro sono partiti con uno sprint in più che in gara 2 non avevano”.
La pallavolo però insegna a guardare avanti, a pensare subito alla prossima palla. Ed ora la prossima palla è la finale di ritorno di Challenge Cup, in programma mercoledì ad Ankara contro i padroni di casa dello Ziraat Bankasi. “È un obiettivo che dobbiamo andare a conquistarci contro una grande squadra che sta giocando veramente bene – conclude il capitano –. È una squadra che ha espresso un bellissimo gioco mercoledì scorso: noi abbiamo portato a casa una vittoria sofferta nella finale d’andata. Ma è la vita: le finali le giochi con le squadre forti e le cose belle si conquistano così”.