MODENA – Domani, curiosamente e contemporaneamente, si sfideranno i quattro registi campioni d’Europa. Infatti in Superlega i fari sono puntati su Perugia – Trento, mentre in A1 femminile Scandicci ospita Monza. A guidare le rispettive squadre i quattro alzatori che con la maglia della Nazionale hanno conquistato la medaglia d’oro in questa estate che si è tinta d’azzurro nelle manifestazioni europee.
SIMONE E RICCARDO – Carriere da veterani, punti fissi in Superlega e in maglia azzurra, eppure Giannelli e Sbertoli non sono neppure arrivati “nel mezzo del cammin” della loro carriera pallavolistica. Il capitano azzurro è classe ’96, due anni di meno il suo vice in Nazionale, eppure sembra di vederli dentro un campo di volley da una vita. Questo perché entrambi hanno avuto il merito di diventare protagonisti in un’età in cui, specie nel ruolo di palleggiatore, si è ancora degli infanti. Si dirà che hanno avuto la fortuna di trovare chi ha avuto fiducia in loro fin da subito, ma solitamente in queste cose la fortuna c’entra poco, perché nessun tecnico o società affiderebbe le chiavi del proprio sestetto a chi non lo ritenesse in grado di rispondere in maniera consona alle situazioni e alle pressioni.
Giannelli esplose addirittura vincendo lo scudetto 2015, quando Stoytchev lo spedì in campo nella serie finale contro la favoritissima Modena e non lo tolse più. Milano nel 2017 affidò a inizio anno la regia della sua ambiziosa squadra al neanche diciannovenne Sbertoli, dimostrando lungimiranza e coraggio. Ne ha avuto in cambio campionati di alto livello e una Challenge Cup. Due enfant prodige, sui quali l’Italia si cullerà (si spera) per molti anni, due registi giovani ma col piglio dei condottieri più scafati. Con la maglia azzurra Giannelli ne è ora il capitano, addirittura il veterano (a 25 anni) di una squadra che agli Europei ci ha fatto sognare. Ha guidato la barca come un navigato comandante, non solo tecnica e palleggio ma carisma e leadership, soprattutto in finale ha saputo gestire i suoi con una lucidità clamorosa. Sbertoli è il suo fido scudiero, il vice che al bisogno sa sempre cosa fare, che si può contare su di lui, come dimostra l’ottima VNL giocata da titolare e la sua prestazione contro la Polonia alle Olimpiadi, quando Simone ha accusato un piccolo infortunio.
Nei rispettivi club i due vivono situazioni simili ma diverse. Simili perché entrambi quest’estate hanno cambiato casacca, lasciando la loro zona di comfort di tante stagioni (nonché luogo di nascita pallavolistica). Giannelli lascia Trento e approda a Perugia, Sbertoli lo sostituisce all’Itas dopo aver sempre giocato a Milano. Due cambiamenti radicali, due upgrade se vogliamo, con presupposti e aspettative diverse e quindi non facili da gestire. Perugia ha i nomi da dream team, a Giannelli il compito di dirigere al meglio tutti i violini a disposizione, da Leon a Solè, da Anderson a Rychlicki. E sopportare le pressioni che una piazza come Perugia comporta. Ma questo Simone lo sa, e saprà gestire il tutto.
Sbertoli arriva in una Trento sulla carta ridimensionata rispetto al recente passato, con meno ambizioni in teoria, con una batteria di giovani non di belle speranze ma di sicura certezza, come lo stesso regista, Pinali, Lavia e Michieletto. Ma hanno già dimostrato che per vincere bisognerà fare i conti anche con loro. Sbertoli in Supercoppa ha sciorinato due prestazioni da manuale, soprattutto ha colpito il fatto che sia sembrato perfettamente a suo agio nel modulo a tre schiacciatori senza un vero opposto. Come un vestito cucito su misura per lui.
Nel primo round, appunto in semifinale di Supercoppa, Sbertoli è sembrato più comodo nella plancia di comando di Trento, Giannelli è sembrato più come un pilota di un aereo leggero ai comandi di un Boeing, con gli occhi sugli strumenti per capire tutti i comandi. Ma sono passate due settimane, domenica è un’altra partita.
OFELIA E ALESSIA – Neanche a farlo apposta, le due palleggiatrici azzurre hanno la stessa età dei loro colleghi maschietti. Malinov è classe ’96, Orro classe ’98. Ma le loro carriere si sono incrociate da subito, a differenza di Simone e Riccardo, poiché entrambe hanno fatto parte negli stessi anni del Club Italia, per poi spiccare il volo nel volley dei “grandi”. Ofelia ormai è al quarto anno di Scandicci, in una piazza che cresce insieme a lei e quest’anno cerca di inserirsi in pianta stabile tra le protagoniste del campionato. Secondo anno invece per Alessia in una Monza che vuole confermare quanto di buono visto nella passata stagione. Il loro impiego in nazionale ha sempre diviso gli appassionati e gli intenditori. Mentre al maschile c’è una gerarchia precisa, le due si alternano. Tanto è vero che Mazzanti stesso alle Olimpiadi ha schierato sempre Malinov titolare ma operando una sorta di staffetta nel corso dei match. Staffetta che ha fatto storcere il naso ai più, complice la delusione del mancato ingresso in zona medaglie. Agli Europei poi il tecnico azzurro ha optato per Orro dall’inizio, ma l’ingresso di Malinov durante la finale è stato decisivo per l’oro. La sensazione è che questo duopolio durerà parecchio. È vero che se agli italiani le staffette non sono mai piaciute, da Mazzola e Rivera in Messico ’70 a Baggio e Del Piero in Francia ’98 (parliamo di calcio ovvio), è anche vero che avere due palleggiatrici di tal talento e intercambiabilità deve essere visto come una risorsa e non come un problema.
Le due amiche-rivali si affrontano domani ed entrambe hanno lo stesso obiettivo. Conegliano è lassù, in cima alla classifica e stella polare che indica la strada verso la continuità di rendimento che manca ancora a Scandicci e Monza. Ed è normale, essendo due formazioni che hanno cambiato molto in estate, ma che tenendo proprio le due registe affidano loro il lavoro di costruzione di certezze e cementificazione delle stesse. Un lavoro complesso che richiede tempo, e ciò si evince dagli sbalzi di prestazione all’interno delle stesse gare. Momenti di gioco superbi alternati a cali evidenti. Proprio Malinov e Orro hanno il compito di “appiattire” l’onda delle prestazioni. Domenica lo scontro tra Scandicci e Monza ci dirà a che punto sono i lavori nei rispettivi cantieri.