Di Roberto Zucca
La grande occasione per lui arriva a 46 anni e giunge direttamente da quella Catania con la quale il suo rapporto è stato viscerale da sempre. Maurizio Lopis, ex schiacciatore nonché universale di moltissime blasonate formazioni della serie A, tra cui proprio la storica Catania, dall’inizio del 2021 è il nuovo tecnico della Sistemia LCT Aci Castello. Per lui una sfida ambiziosa, quella di risollevare una classifica che non appare semplice, soprattutto in un anno come questo:
“Credo nel progetto e ho accettato con molto entusiasmo. La Saturnia è una società ambiziosa che può togliersi delle belle soddisfazioni. È un campionato particolare, perché non è certo una serie inferiore alla A2, dato che tanti atleti provengono anche dalla stessa A2 e dalla Superlega. Vedo tre o quattro squadre veramente ben corazzate con le quali ottenere un successo non è semplice. Per il resto è un tutti contro tutti”.
A proposito di ex della Superlega, Valerio Vermiglio ha scelto a 44 anni di scommettere su Aci Castello.
“Ci siamo confrontati nei giorni scorsi. Valerio non ha bisogno di presentazioni e per comprenderne il valore non occorre mettere in fila tutto ciò che ha vinto. Da giovanissimi ci siamo ritrovati assieme nelle rappresentative regionali e siamo stati avversari in A2 qualche anno fa. Ora allenarlo sarà veramente un piacere”.
Lei da anni si dedica alle giovanili. Perché proprio la A3?
“Ci tengo a sottolineare che l’impegno con la Saturnia, che ho accettato con piacere, va di pari passo a quello con la Roomy Catania, con la quale proseguo con le giovanili in ambito femminile. Ho dovuto per ora tralasciare l’impegno con la serie C che, a causa del Covid-19, è ancora in attesa di ripartire”.
La prima occasione importante nella sua carriera di allenatore. Quale strategia metterà in campo?
“Ripartirò dal gruppo. Secondo me si può fare bene perché basterà trovare il ritmo e l’affiatamento. Trovo che sia una stagione in cui le pause, le partite da recuperare non aiutino nessuna squadra. Noi dovremo puntare sul cercare di ritrovare da subito le nostre certezze e le nostre consapevolezze”.
Mi racconta gli anni di Catania, in cui Conte e Despaigne rendevano magica quella squadra?
“Erano anni bellissimi che ancora mi fanno tornare alla mente tanti ricordi indelebili. La pallavolo era molto diversa, anche in Sicilia. Ma di quelli anni secondo me è rimasto l’entusiasmo dei tifosi e degli appassionati nel seguire questa disciplina. Saturnia, nei prossimi anni, potrebbe tornare a quei vecchi entusiasmi. E secondo me riuscirebbe a ricreare quella magia”.
Cosa manca secondo lei oggi? È una questione di soldi?
“I soldi aiutano. Gli investimenti di prima sono difficili da immaginare, ma non solo a Catania. Sicuramente trovare investitori nuovi e imprenditori che credono nella pallavolo del Sud Italia è un obiettivo sondabile e possibile. In più investendo nel settore giovanile, già in Sicilia si potrebbe creare un bel bacino d’utenza di ragazzi che un giorno quei palcoscenici prestigiosi potrebbero calcarli sul serio”.