Di Redazione
Giovedì 30 aprile è arrivato il debutto ufficiale della nuova rubrica amarcord targata M&G.
Con la conduzione di Riccardo Minnucci e la regia di Radio Studio 7 TV un tuffo nel passato per tutti gli appassionati di volley a ripescare alcuni dei momenti storici della pallavolo di Grottazzolina.
Una prima puntata che ha visto ospite Pietro Scarduzio, coach dei grottesi dal 1998 al 2001, con una parentesi nella seconda parte della stagione 2004/05, nonché uno degli attori principali di quella cavalcata che nel 2000 portò la squadra ad accarezzare il sogno della A1. In collegamento anche due protagonisti di ieri e di oggi, i veterani Mattia Minnoni e Massimo Gaspari che proprio sotto la guida del coach iniziarono a muovere i loro primi passi nel volley che conta.
Di seguito i passaggi principali della puntata:
Coach, cosa le è rimasto dell’ambiente, della città e dei suoi abitanti?
“Ho nel cuore tantissimi ricordi. Oltre al grande rapporto che ancora oggi ho con Carlo Valeriani, ho scolpite nella mente quelle partite infuocate di playoff a Porto San Giorgio per la promozione nella massima serie, tutte le persone di Grotta per il modo di vivere la pallavolo e per come sono riuscite a farmi sentire pienamente uno di loro. Quelli dal ’98 al 2001 sono stati tre anni bellissimi, è stata per me la prima esperienza fuori dalla mia città e grazie a questa ho avuto l’opportunità di imparare e di crescere tantissimo dal punto di vista umano e professionale.”
A fargli eco ci hanno pensato Mattia Minnoni e Massimo Gaspari: quali sono i vostri ricordi più preziosi di quel periodo?
“Nella stagione ‘98/99 sono arrivato a Grotta e l’anno successivo ho iniziato ad allenarmi in pianta stabile con la prima squadra, riuscendo a guadagnarmi anche qualche convocazione nel gruppo chiamato a scendere in campo nel weekend – ha dichiarato il capitano odierno – Credo che l’annata ‘99/2000 sia stata la più bella in assoluto nella storia della società. La nostra era una squadra che vinceva, riusciva a trascinare il pubblico ed aveva creato un grandissimo entusiasmo intorno a sé. Anche se l’epilogo di quel campionato si rivelò beffardo, ripensare al palas gremito ad ogni match rimane qualcosa di indimenticabile”.
“Sono stati gli anni più belli della mia carriera – ha aggiunto Gaspari – Sono arrivato a Grotta a 19 anni, erano i primi di agosto quando entrai per la prima volta al palas insieme a Mattia e potermi calare in quella realtà, con quei protagonisti, è stato per me un grande privilegio.”
Che valore ha il panorama di Grottazzolina per il volley nazionale?
“Le Marche sono il cuore pulsante della pallavolo nazionale e ne costituiscono un valore aggiunto – ha aggiunto Scarduzio – Credo che Grottazzolina si sia distinta in quanto a spirito di appartenenza e se fossimo riusciti a coronare il sogno della A1 saremmo stati autori di un vero e proprio miracolo. Non si era mai visto che una squadra con alle spalle un paese di poco più di tremila anime arrivasse così vicino a conquistare un palcoscenico del genere.”
Quale fu il segreto del tuo gruppo?
“L’abnegazione e la grande voglia di lavorare. Era una squadra fatta di giocatori con esperienze importanti alle spalle: penso a De Giorgi, a Ferrua e Patriarca, i quali si sono inseriti benissimo grazie anche allo spirito dei più “anziani”, come Barbotti, Mosca e Lorenzoni, e dei ragazzi del posto come Ciccarelli. Parliamo di atleti che mettevano sempre il cuore in ogni allenamento ed in ogni partita, remando sempre nella stessa direzione. Credo siano questi gli ingredienti che ci hanno portato a sfiorare l’impresa.”
La partita più emozionante di quell’avventura?
“Sicuramente la gara interna dei playoff promozione contro Forlì. Era il 3 maggio 2000, giocammo in un palazzetto quasi pieno e vincemmo 3-2 al culmine di una settimana ricca di emozioni. Affrontavamo un avversario nettamente superiore e riuscimmo comunque a tenere viva la sfida sino a gara 3.”
Come è stato lavorare con due atleti come Minnoni e Gaspari?
“Ho degli ottimi ricordi di loro due. Mattia ci teneva moltissimo a giocarsi in maniera perfetta anche solo l’unico pallone a disposizione, mentre Massimo ogni volta che entrava in campo cercava sempre di emulare i suoi compagni più affermati. Sapevano di avere moltissimo da imparare e, visto che oggi sono ancora qui a giocare, direi che hanno imparato decisamente bene.”
Il tuo rapporto con Carlo Valeriani è ancora forte come allora..
“Una persona disponibilissima alla quale mi lega un grande affetto. Ci sentiamo ancora oggi quando ho occasione di passare da queste parti. Ricordo con piacere il suo essere molto scaramantico e la sua grande capacità di trasmettere quel forte spirito di appartenenza. Alle nostre richieste non diceva mai di no, non sapevamo bene quando ma sapevamo con certezza che prima o poi ci avrebbe accontentati. Spero di poter tornare presto a trovarvi e soprattutto di poter prendere parte alla celebrazione dei cinquant’anni della pallavolo grottese perché l’affetto che mi ha dato questa città è senza eguali.”
(Fonte: comunicato stampa)