MODENA – Lo intercettiamo mentre va verso Torino, la mente di Davide Mazzanti ha fame di conoscenza, va a seguire un master di psicologia.
Il saper gestire un gruppo richiede anche questo in un inverno non passato con le mani in mano: “E’ tutto un po’ complicato perché in questo periodo non c’è un ritmo preciso da seguire, ogni giorno è diverso. Ho girato come un matto, studiato. Poi c’è da programmare”.
Il famoso vantaggio di una qualificazione olimpica arrivata subito in cosa si è tradotto? “Nello studio anticipato della programmazione estiva, pensando a come incastrare la VNL nella preparazione olimpica. Un anno fa con il gruppo decidemmo di non staccare, di giostrare il riposo dentro l’estate, ma è difficile da gestire a livello mentale. Poi nella settimana di Perugia ci si complicò la programmazione, non riuscimmo ad allenarci come volevamo e lì perdemmo un po’ di ritmo. Quello e altre cose ci federo arrivare scarichi alle finali di VNL”. “Quest’anno lo stacco lo diamo alla fine del campionato anche se questo rende più difficile programmare perché non si saprà chi ci sarà nei collegiali fino all’ultimo. Il V-day però aiuta. Sappiamo in che data certa le ragazze termineranno la stagione”.
Il viaggio a Tokyo per il sopralluogo che emozioni olimpiche ha trasmesso? “Emozioni palpabili anche ora che nel Villaggio Olimpico ci sono ancora gli operai al lavoro. L’Olimpiade ha sempre la caratteristica di amplificare le emozioni. Quando uscimmo sconfitti con USA e Korea nelle precedenti edizioni la sensazione di delusione era amplificata. Diversa da tutte le altre… Come amplifica le emozioni in negativo, l’Olimpiade amplifica anche quelle in positivo. Mi sto preparando a più cose. Quello che mi fa sorridere è sentirmi dire che questa – rispetto alle altre vissute da assistente nello staff – sarà più difficile. Ma mi chiedo quando mai è stato facile? Dentro di me so che non è mai stato facile”.
I Giochi Olimpici sono un crogiolo di campioni. Chi vorrebbe incontrare? “Alle Olimpiadi dove ti giri vedi campioni. In passato ho incontrato Wilson Kipketer, anche se aveva smesso, il brasiliano Ronaldinho, poi ricordo un episodio con Kobe Bryant a Pechino, unico giocatore che per pranzare con tranquillità nella mensa del villaggio olimpico doveva essere transennato. Un giorno lo trovai a pochi tavoli dal mio. Iniziai a sporgermi per vedere a che punto era con il pranzo, volevo cercare di intercettarlo per una foto quando avesse finito. Mi sporsi una, due, tre volte, finché, dopo avermi notato, mi fece cenno di andare da lui… Ai Giochi quello che vorrei è ritagliarmi un po’ di tempo in sala pesi. C’è un mondo dentro, campioni e atleti diversi, diverse eccellenze, sembra un circo. Si vedono cose incredibili come prestazioni e qualità”.
A Tokyo ci aspetta è un girone tostissimo ma le mie ragazze trovano spunti quando l’asticella si alzaDavide Mazzanti
Le qualificazione olimpica di gennaio ha disegnato i prossimi gironi, in attesa della ufficializzazione della FIVB. “Sul torneo europeo avevo indicato come favorita la Turchia perché aveva preparato l’appuntamento al meglio come programmazione e tempi da dedicare, anche se poi ha faticato tantissimo in semifinale con la Polonia. Ma quando soffri ti fai gli anticorpi per le partite che contano. Ai Giochi la gara più difficile come sempre sono i Quarti di finale, partita che è fondamentale affrontare con gli anticorpi generati dalle sfide del girone dove va ricercato il giusto ritmo. Il girone che ci aspetta è un girone tostissimo che richiederà risorse da subito, ma ci potrà anche preparare al meglio. C’è da dire che le mie ragazze azzurre trovano spunti quando l’asticella si alza”.
Quando inizierà l’avventura azzurra? “Il 26 aprile, ho programmato 8 ritiri da 8 giorni e il 13 luglio partiamo per Tokyo. Le atlete avranno circa dodici giorni liberi man mano che escono dai club, dopo non si fermeranno più”.
Stai seguendo il campionato? Cosa le sta regalando? “La cosa bella che sto vedendo è tante ragazze del Club Italia in campo. E’ una tendenza che si sta confermando. In questo mondo che va ad una velocità incredibile, anche le atlete vanno a quella velocità. Da uno studio fatto le atlete arrivano in massima prestazione un anno e mezzo prima rispetto a 10 anni fa… Certo, la marea di stimoli a cui sono sottoposte nella vita di tutti i giorni le porta ad una capacità di apprendimento superiore ma si portano poi appresso anche qualche problematica sulla gestione dello stress che solitamente arrivavano più tardi. A livello sociale sta accadendo anche questo. E’ un fenomeno che va studiato e preparato”.
Le atlete arrivano in massima prestazione un anno e mezzo prima rispetto a 10 anni fa…Davide Mazzanti
A proposito di età… Lei aveva posto una soglia per vestire la maglia azzurra. Ce ne spiega la genesi? “Ho messo uno sbarramento in virtù di una esperienza che avevo vissuto direttamente quando ero assistente in azzurro. Notai che nelle ragazze giovani, quando si trovavano ad avere una persona d’esperienza vicino, si creava quella cosa per cui si credeva che la responsabilità delle cose dovesse passare prima per le esperte. ll primo ricambio generazionale che andava fatto era in virtù di questo. Diedi un ‘taglio’ alle senatrici, tant’è che fino ad ora la più grande che ho convocato è stata Valentina Tirozzi, dell’86. Era quello il limite che avevo messo. Ma non perché, ad esempio, Ferretti, Guiggi, Lo Bianco non fossero più in grado di stare in nazionale, anzi. Ma se avessi continuato a convocare senatrici il ricambio generazionale in termini di responsabilità non ci sarebbe mai stato. Misi un limite alla generazione ’86/87, per poi andare avanti anno dopo anno. Sia chiaro, quando sento dire largo ai giovani dico sì, ma se lo devono meritare. Quella iniziativa servì a responsabilizzare quelle giovani su cui volevamo scommettere, per non limitare la loro crescita”.
Pietrini ed Egonu
Con Elena Pietrini ci siamo chiariti. Tornerà in azzurro a fine campionatoDavide Mazzanti
A proposito di giovani, come sta Elena Pietrini? “Elena sta benissimo, è molto motivata. Con Elena non ho condiviso, anche per quello che è successo dopo, la sua scelta, ma tra non non condividere una scelta e l’abbandonare una persona sono due cose ben diverse. E’ un po’ come per i figli, non sempre fanno quello che condividiamo ma non per questo li abbandoniamo. Con lei l’abbiamo messa su questo piano. Elena l’ho vista molto, molto motivata, ci siamo chiariti su questo aspetto e quindi ricomincerà appena potrà, più tardi possibile ovviamente per lei e il suo club, a lavorare in nazionale”.
Si fa un gran parlare dei ritorni eccellenti. Gennari è disponibile. “Su Alessia, tranne il primo anno dove non l’ho considerata in partenza, nelle stagioni successive l’ho sempre chiamata e devo dire che è stata una delle persone che mi ha detto no con grande dispiacere, piangendo, perché sapeva che per la sua condizione fisica mettersi nella situazione di fare viaggi ogni settimana per la VNL le avrebbe tolto la possibilità di gestirsi la sua carriera nel tempo. Adesso dobbiamo studiare se c’è la possibilità di gestire il suo percorso all’interno dell’estate. Non aveva rinunciato perché non ci teneva, anzi, ma nei precedenti anni non c’era la possibilità di gestire la situazione”.
Come lavorerà? “Sto valutando ancora gli incastri giusti per affrontare la VNL in modo competitivo, perché la manifestazione avrà valenza per il ranking Fivb che porta alla qualificazione per Parigi 2024, e dall’altra parte salvaguardare il nucleo che va alle Olimpiade senza stressarlo troppo in giro per il mondo ma facendogli disputare partite di livello”. “Lavoreremo con due gruppi che seguirò io fino all’inizio della VNL, terza settimana di ritiro (la prima tappa della VNL è in Italia, ndr), dalla seconda tappa della VNL resterò in italia a seguire il nucleo della Nazionale, mentre il gruppo della VNL sarà seguito da un altro staff”
Francesca non fa parte del progetto. Francesca non fa parte del progetto della nazionale Davide Mazzanti
Francesca Piccinini a Londra 2012
Altro tasto da affrontare, il discorso di Francesca Piccinini che torna al volley e i rumors a cinque cerchi.“Due le cose da dire, la prima è che Francesca non fa parte del progetto. Francesca non fa parte del progetto della nazionale anche se il suo desiderio di prendere parte all’Olimpiade deve essere visto come una sua spinta sacrosanta e bellissima. Vorrei che tutte le persone avessero un desiderio così acceso. Dall’altra parte però devo dire che mi infastidisce quando un giocatore si mette in discussione, così come chiunque abbia la capacità di sfidare sé stesso fin che ha un briciolo di energia in corpo, vedere tanti commenti negativi. Questa cosa mi affascina, è l’indole del campione. Quando sento parlare di Valentino Rossi, di Federer, di Buffon e sento affermare che devono smettere perché hanno vinto tanto e sono vecchi secondo me è si va in contro lo spirito del campione. Questi atleti vanno applauditi, non criticati. Come quando sento dire che Rossi è bollito. Ma che fastidio vi da?”
Ancora su Piccinini, il Ct ribadisce: “Non la sto considerando. Non l’ho mai considerata come con altre, in questo progetto. Non perché non si tratta di atlete valide ma perché questa squadra ha fatto sin qui un percorso e lo sta continuando. I presupposti per cui ho fatto queste scelte sono ancora validi, Francesca non ha fatto parte del progetto prima, non lo fa adesso. Parlando con lei apprezzo questo suo desiderio così grande di rimettersi in gioco”.
Il mio esonero? Posso dire che è stata la miglior sconfitta della mia vitaDavide Mazzanti
Il campionato ha recentemente visto allenatori “saltare” e accennare alla mancanza di programmazione.. “Guarda, è difficile, io ho sempre letto la cosa dalla parte di chi la subisce, l’allenatore senza conoscere i motivi dell’altra parte. Quando l’ho vissuta su di me a Piacenza anch’io avevo tutti questi pensieri, legittimi. Quando mi esonerarono io avevo perso il filo, non avevo la squadra in pugno. I risultati arrivati dopo con Gianni Caprara, che ha vinto 5 trofei di fila, per me sono stati una situazione illuminante, posso dire che è stata la miglior sconfitta della mia vita. Mi sono fermato e mi son detto ‘avevi la Ferrari e non la sapevi guidare, ora che fai? Dai la colpa alla Ferrari o provi a rimontarci sopra per mostrare a te stesso che la sai guidare?’ E’ una cosa tosta quando la subisci, ma per quanto mi riguarda, io alzo la mano e posso dire che con me hanno fatto bene. Anche se generalizzare è difficile. Spero per chi ha subito l’esonero che per loro sia una ripartenza. Se la realtà è questa non si ricambia”.