Ai microfoni di SuperNews il presidente della Trentino Volley Diego Mosna. L’ex presidente della Lega Pallavolo Serie A ci racconta di come la società abbia accolto la decisione della chiusura del campionato, dei danni economici che hanno colpito l’ambiente del volley e di quando, secondo la sua opinione, si possa riprendere l’attività agonistica. Infine, il presidente si augura che possa esserci un cambiamento che parta dal vertice di questo sport.
Quali sono attualmente le condizioni di salute della squadra e della società?
Stiamo bene. Non abbiamo nessun atleta o collaboratore con sintomi legati al CoVid19. Siamo, invece, un po’ depressi per ciò che ci è successo, dal momento che non ci aspettavamo un’interruzione del campionato così brusca. Una scelta comprensibilissima da un punto di vista della sicurezza, però speravamo tanto di riprendere a giocare, magari nel periodo estivo, e chiudere il campionato con un playoff.
Come è stata accolta dalla società la decisione della chiusura del campionato da parte della FIPAV?
E’ stata accolta malissimo, pur nella sua legittimità. Tutta la pallavolo di vertice si aspettava perlomeno di essere consultata, prima di prendere una decisione così importante. Questo non è avvenuto, generando così uno sgarbo istituzionale che mi ha spinto a dimettermi dalla carica di presidente di Lega Pallavolo Serie A.
Cosa pensa della scelta di stabilire due date differenti di ripresa dell’attività sportiva, il 4 maggio per le discipline sportive individuali e il 18 maggio per quelle di gruppo?
Non saprei. Credo che le discipline individuali non facciano correre alcun rischio agli atleti, ai quali personalmente avrei fatto riprendere gli allenamenti anche prima della data stabilita. Per ciò che riguarda gli sport di squadra, bisognerebbe fare una serie di valutazioni sui protocolli che ogni club ha, la scelta di ripartire dovrebbe essere demandata ad autorità locali che conoscono meglio la situazione di ogni realtà. Per esempio, noi a Trento saremmo stati gli unici ad occupare la struttura sportiva, l’ente di gestione avrebbe provveduto alla sanificazione dell’ambiente, noi avremmo formulato un severo piano di controlli, incluso il monitoraggio della temperatura corporea degli atleti. Per questo motivo, dal mio punto di vista, rispettando tutte le norme sanitarie si potrebbe riprendere già da subito, non vedo la differenza tra oggi e tra quindici giorni. Tuttavia, accettiamo anche questa decisione.
A quanto ammonta il danno economico subìto dalla Trentino Volley?
Per la Lega, sono 24 milioni di danno. Per il Trentino, si tratta di circa 1, 2 milioni di perdite economiche. Ecco perché per noi sarebbe stato importante proseguire, giocare i playoff, ospitare un pubblico anche limitato, ma ospitarlo ugualmente. Dobbiamo confrontarci con una serie di mancati ricavi importantissimi, che dobbiamo adesso trasferire ai soci e ai nostri atleti operando delle riduzioni.
Presidente Mosna, come ha accennato inizialmente, Lei si è dimesso dalla carica di presidente di Lega Pallavolo Serie A per via del mancato confronto tra Lega e Federazione riguardo la scelta di chiudere o proseguire con la stagione. Crede che il rapporto tra FIPAV e Lega debba essere ricostruito da zero, sulla base di nuovi criteri?
Si deve ricostruire su nuove basi. Il nuovo presidente certamente lo farà, deve farlo, perché è inammissibile non dialogare. Io, da presidente di Lega, incarnavo quella tensione che nasceva dal contrasto tra la corrente del “giocare sì” e quella del “giocare no”. Togliendo l’imbarazzo della mia persona, credo sarà molto più semplice dialogare con la Federazione.