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Sir Safety Perugia, il ds Recine: “La chiusura della stagione? Forse si poteva attendere ancora un po’. Danni economici enormi per le prime sei in classifica”.

Stefano RECINE durante 2ª giornata di andata, Campionato Italiano di Pallavolo Maschile SuperLega Credem Banca presso AGSM Forum Verona IT, 20 ottobre 2018 – Foto: Michele Benda/MBVisual per Sir Safety Perugia [Riferimento file: 2018-10-20/ND5_5848]


Il direttore sportivo della Sir Safety Perugia Stefano Recine è intervenuto ai microfoni di SuperNews. L’ex pallavolista ci ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla decisione della chiusura del campionato e sulle date e possibilità di un’eventuale ripresa dell’attività agonistica. Infine, il ds ci ha fornito qualche informazione relativa all’ambito economico della società e ci ha raccontato di come il figlio Francesco, schiacciatore della Consar Ravenna sulle orme del papà, stia vivendo questo delicato momento.

In che modo è stata accolta la decisione della chiusura della stagione da parte di una squadra terza in classifica come la Sir Safety Perugia?
E’ stato molto difficile accettare questa scelta. Ci rendiamo però conto di essere in un momento storico unico, protagonisti di un danno epocale che sta colpendo tutti. Parlare di sport con migliaia di persone che muoiono non è quello che vogliamo. Tuttavia, cerchiamo di portare avanti il nostro lavoro. Quando abbiamo chiesto alla Federazione di aspettare non volevamo andare contro le ordinanze ministeriali, anzi. Volevamo soltanto lasciare una finestrella aperta, dato che lo scenario tende a cambiare di giorno in giorno. Si è deciso, però, per la chiusura della stagione. Magari, si sarebbe potuto aspettare il mese di giugno, prima di arrivare ad una soluzione definitiva. Accettiamo, in ogni caso, la scelta della FIPAV.

Speravate in una gestione diversa delle promozioni e delle retrocessioni?
Questa è una scelta che spetta unicamente alla Federazione, non alle Leghe di pallavolo. La FIPAV ha scelto di non promuovere e retrocedere nessuno. Il problema che ci riguarda è quello relativo al numero delle squadre: il nostro campionato aveva 13 squadre, e avevamo messo le retrocessioni per restare in 12. Invece, con questa scelta si continuerà a giocare in 13, e giocare dispari non è il massimo.

Quando crede che possa esserci una minima ripresa dell’attività agonistica?
Gli allenamenti in un palazzetto sanificato giornalmente, con tutti i giocatori in salute e misure sanitarie attuate in maniera severa, non credo siano un’utopia. Ovviamente, dovremmo essere autorizzati dal Governo, anche se al momento vedo molto lontana un’apertura in questo senso. Il 4 maggio ripartiranno gli allenamenti per le discipline individuali, poi probabilmente più tardi faranno riprendere anche noi. L’importante è che si riprenda, perché non possiamo star fermi troppo a lungo. In sicurezza e seguendo i protocolli sanitari, ma anche noi abbiamo bisogno di ripartire.

A quanto ammontano le perdite della società dopo le cancellazione della stagione?
Potrei darti delle cifre, ma è più importante che la gente capisca un’altra cosa: le prime sei squadre della classifica basano quasi interamente il loro budget sul ticketing e sugli sponsor. Mi riferisco a Modena, Civitanova, Trento, alla stessa Sir Safety Perugia. Per queste società, il danno è enorme, perché abbiamo grandi sponsorizzazioni e grandi numeri da gestire. Al contrario, le ultime squadre della classifica hanno un numero esiguo del budget di ticketing e di sponsor. Inoltre, la stagione per le squadre di vertice sarebbe iniziata proprio in questi giorni, poichè sarebbero iniziati i playoff di campionato e di Champions. Noi ci alleniamo tutta la regular season per affrontare questa fase. Questo era un campionato bellissimo, aperto e imprevedibile fino all’ultimo.

Cosa si augura per il futuro della pallavolo?
La prima cosa che mi auguro è quella di rivedere il pubblico sugli spalti, poichè significherebbe aver trovato il vaccino o sconfitto il virus. Questa sarebbe la prima cosa che vorrei, se potessi esprimere un desiderio. Quello che mi auguro, più in generale, è di ricominciare a giocare, anche con il distanziamento sociale e attuando tutte le norme sanitarie richieste.

Suo figlio Francesco gioca a Ravenna. Si è confrontato con lui? Qual è l’umore del ragazzo?
E’ da due mesi che non ci vediamo, dal momento che noi siamo a Perugia e lui si trova in quarantena a Ravenna. Francesco ha trovato un certo equilibro, abbiamo avuto la fortuna che venisse ospitato dalla famiglia della sua ragazza. Noi siamo tranquilli, Francesco è autosufficiente. Ci manca, e noi manchiamo a lui. Tuttavia, nostro figlio è un ragazzo maturo. So che si è allenato moltissimo anche in questo periodo, con esercizi fisici da poter svolgere in casa. Certo, per la gente iperattiva un periodo di stasi come questo è davvero duro. Francesco è iperattivo, proprio come lo ero io alla sua età. Credo che la quarantena per i giovani sia stata mortale, soprattutto a livello psicologico. Ci tengo a dire che in Italia abbiamo una ventina di giovani talenti, ragazzi che vanno dai 17 ai 22 anni, giocatori di ottimo livello: se dovessero rimanere fermi anche in estate, sarebbe un danno immenso per la pallavolo italiana.


Fonte: http://news.superscommesse.it/pallavolo/feed/


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