L’opposto dell’Allianz Powervolley: “Ora è il momento di pensare a chi veramente lotta in prima linea contro il coronavirus”
MILANO – 458 punti realizzati in 60 set. Una media di 6,64 punti a set in 19 partite disputate. 173 break point. 54 ace con una media di 0,78 ace a set. Sono i numeri in Superlega della stagione 2019-2020 di Nimir Abdel Aziz. Numeri che il bomber dell’Allianz Powervolley Milano vorrebbe sicuramente migliorare ancora, ma che, allo stato attuale della situazione in Italia legata alla prevenzione della diffusione del COVID19 e alla tutela della salute pubblica, sono obbligati a rimanere tali. «La vedo molto difficile poter concludere il campionato, perché nessuno di noi sarebbe in forma».
Si racconta alla penna di Mi-Tomorrow e sul sito milanosportiva.com l’opposto olandese che in questi giorni è rimasto a casa al pari dei suoi compagni durante la quarantena preventiva. «Le mie giornate sono più o meno tutte uguali. I primi giorni non sapevo cosa fare, non ero abituato. Ora ho preso il ritmo e mi sveglio presto la mattina, faccio colazione e poi la scheda del preparatore fisico, che dura un’ora e mezza. Il pranzo arriva veloce, il problema poi è la seconda parte di giornata. È lunga, tra chiamate, serie tv, la cena e il dopocena». Una quotidianità che ora sembra essere lontana da quella di qualche mese fa. «Spesso andavo a mangiare fuori – ricorda Nimir– o mi vedevo con amici. Adesso sono due settimane che non vedo una persona. Pensa che la spesa la lasciano davanti alla porta, è tutto molto strano. Non fai le cose che sei abituato a fare, non vedi le persone che eri abituato a vedere». La speranza è di poter tornare presto alla normalità e tornare a godersi Milano. «Ci sono tante belle zone: il centro, il Duomo, Brera, Navigli. Tutti stanno aspettando il momento di uscire, sarà una liberazione». L’attenzione si sposta poi sulla questione legata al proseguimento della stagione. Questo il Nimir pensiero: «Gli allenamenti? Non credo riprenderanno, anche se questo è uno dei tanti temi di discussione perché ancora adesso non sappiamo cosa accadrà. Certo stiamo facendo qualcosa a casa, ma rispetto a prima che ti allenavi 5/6 ore al giorno è tutto diverso. Servirà un mese per tornare in forma».
Il pensiero finale è rivolto a chi veramente in questi giorni lotta per contrastare il coronavirus. «Bisogna pensare alle persone che si possono lamentare veramente – conclude Nimir – , quelle che lavorano 24 ore al giorno in ospedale per salvare vite. Per noi non è facile e non è bello, ma per loro è sicuramente peggio. Io alla fine sono a casa, sto bene e ho tutto quello di cui ho bisogno. E capisci che in questo momento ci sono cose più importanti, c’è gente che sta soffrendo molto più di noi».