È sceso dalla Superlega alla Serie A3 per giocare con continuità e mettere in luce il suo talento, ma a Porto Viro, alla fine, ha trovato qualcosa di molto più prezioso. Per Enrico Lazzaretto è stato davvero un anno magico quello trascorso con la maglia della Biscottificio Marini Delta Volley: le tante soddisfazioni personali e di squadra, l’immediata alchimia creatasi con i compagni e la società, l’affetto incondizionato che gli hanno subito trasmesso i tifosi nerofucsia. Tutto perfetto, perlomeno fino a quando l’emergenza sanitaria non ha “congelato” il Paese e interrotto la splendida corsa della Marini Delta verso l’A2. Anche grazie a questo momento difficile, però, Lazzaretto ha capito la cosa più importante di questa esperienza: che Porto Viro era ormai diventata la sua seconda casa.
Enrico Lazzaretto, con l’inizio della “fase 2” si intravede qualche spiraglio di apertura anche per il mondo dello sport, peccato che il campionato di pallavolo sia finito già da tempo. Qualche rimpianto o era un destino inevitabile?
“Credo non potesse andare diversamente per il volley, trattandosi di uno sport di squadra in cui ci sono tante persone racchiuse in uno spazio molto ristretto. Ovvio che qualche rimpianto rimanga: dopo un campionato di altissimo livello, ci hanno tolto la parte più ‘gustosa’ della stagione, i playoff, che sono sempre bellissimi da giocare. Ma onestamente sapevo che sarebbe andata così”.
La Fipav ha scelto di chiudere la stagione senza vinci né vincitori, bloccando promozioni e retrocessioni in ogni categoria. Decisione giusta?
“In realtà sono molto combattuto su questo argomento. Se devo essere imparziale, non posso non dire che per completare la stagione mancavano ancora i playoff, dove poteva succedere di tutto. Guardando, però, la situazione da dentro, per come l’ho vissuta in prima persona, sicuramente ci siamo sentiti penalizzati. Abbiamo fatto un grande campionato e siamo stati in testa praticamente dall’inizio alla fine della regular season, per cui sarebbe stato bello essere premiati in qualche modo. Magari stilando la classifica avulsa di tutta la A3, che ci avrebbe visto secondi alle spalle della sola Grotta Azzolina”.
Nonostante la beffa finale, la vostra stagione rimane straordinaria. Il ricordo più bello?
“Le vittorie in casa, tutte. Sono state fantastiche soprattutto grazie al calore dei nostri tifosi, che ci hanno sempre supportato in maniera eccezionale. E poi direi per i due derby vinti contro Motta: essendo un ex, me li sono goduti parecchio”.
Anche a livello personale è stata una stagione sopra le righe. Ti aspettavi di integrarti subito così bene nel gruppo della Marini Delta?
“Sinceramente sì, sono una persona socievole e faccio amicizia con molta facilità. Certo, scendendo dalla Superlega temevo di essere guardato un po’ come uno ‘snob’ o qualcosa del genere, invece si è creata subito la chimica giusta nella squadra: credo che questa unione sia stata il segreto di tutte le nostre vittorie, così come ci ha permesso di rialzarci in fretta dopo le sconfitte”.
Nei giorni scorsi tu e molti altri giocatori di Serie A avete condiviso sui profili social un messaggio piuttosto critico sul taglio degli stipendi imposto dalla Lega Pallavolo. Ci spieghi il senso di questa iniziativa?
“Volevamo ribadire che abbiamo bisogno di sentirci partecipi nelle decisioni della Lega, soprattutto quando queste decisioni riguardano noi atleti. Una nostra ‘voce’ all’interno del sistema è fondamentale per il bene della pallavolo italiana del futuro: per questo serve un’associazione dei giocatori che possa discutere insieme alle altre componenti le scelte cruciali per il movimento”.
Qualcuno potrebbe leggerlo come un messaggio lanciato anche alla dirigenza del Delta Volley: è così?
“Assolutamente no. Io e i miei compagni non abbiamo avuto alcun problema con la società, anzi. L’accordo che abbiamo raggiunto con il Presidente e il Direttore Sportivo ci ha soddisfatti in pieno. Con questo club mi sono trovato benissimo fin dall’inizio, perché di fronte ho sempre avuto persone oneste, trasparenti e molto precise. Mai una promessa non mantenuta o una parola buttata al vento: gli accordi contrattuali sono stati rispettati per filo e per segno”.
Per buona parte della quarantena sei rimasto a Porto Viro, spendendoti anche in prima persona per dare una mano al Comune nell’ambito dell’emergenza sanitaria. Possiamo dire che ormai questa città è diventato un po’ casa tua?
“A Porto Viro sono sempre stato bene, anche durante questo periodo difficile abbiamo sentito vicini il club e le istituzioni locali, che hanno cercato di coinvolgerci e di farci sentire parte della comunità. La mattinata trascorsa in Municipio a piegare e imbustare le mascherine è stata una bellissima esperienza, ci ha fatto sentire utili e ci ha anche permesso di staccare un po’ dalla noiosa routine della quarantena. Voglio davvero ringraziare tutta la città per l’accoglienza che ho ricevuto fin dal primo giorno, così come il Presidente Luigi Veronese e i nostri sponsor per la loro ‘concretezza’ e la loro capacità di mantenere fede agli impegni presi ad inizio stagione. Sono sincero, quando sono arrivato non mi aspettavo una società di A3 così ben preparata e organizzata, invece oggi posso dire che il Delta Volley merita molto, molto di più”.