Di Redazione
Nel pomeriggio di ieri Angelo Lorenzetti è stato protagonista de “Le Pillole del Coach”, il format presentato per questo periodo da Synergie Italia – sponsor ufficiale di Trentino Volley. Intervistato da Andrea Vidotti, l’allenatore gialloblù ha raccontato alcune sue prerogative riferite al mestiere dell’allenatore.
“La figura dell’allenatore nel tempo è cambiata, come è cambiata quella del padre di famiglia – ha precisato – . Per fortuna l’autorità non viene più temuta dai ragazzi; più si dimostra di essere in grado di ascoltarli e più viene riconosciuta. Con la competenza e l’ascolto si ottengono grandi risultati. Bastone o carota? Io non sono solito usare molto il bastone; mi piace domandarmi perché i giocatori facciano qualcosa che non mi può piacere. Alzare poche volte la voce rende significativa l’occasione in cui lo fai davvero. Nella pallavolo il linguaggio universale è l’italiano e a pensarci bene è un qualcosa di unico nel panorama internazionale dello sport. Il microfono della televisione durante i time out? Non è un problema, non abbiamo nulla da nascondere e lo ripeto spesso anche ai giocatori. Nel primo mese di lockdown abbiamo lavorato sperando di poter tornare il prima possibile in palestra per giocare subito di nuovo e per poter finire il nostro lavoro stagionale”.
“Successivamente abbiamo invece capito che bisognava ragionare su una prospettiva più lunga e che continuare a lavorare, a tenere un comportamento da atleta era un dovere prima di tutto per noi stessi. Il Coronavirus ha azzerato le conoscenze sull’immediato futuro; alla ripresa degli allenamenti dovremo essere tutti bravi ad ascoltarci e a riflettere su tutte le metodologie. La prima sfida sarà proprio questa; toglierci di dosso le insicurezze del periodo e lavorare sereni verso le prime partite”.
“Il leader? Non è detto che in una squadra emerga in maniera naturale e non è nemmeno detto che un grande giocatore lo debba essere per forza – ha specificato Lorenzetti – . A Trento sono fortunato perché invece ho trovato una persona come Simone Giannelli che, pur essendo ancora molto giovane, ha le capacità e le qualità per esserlo davvero e può emergere in maniera spontanea. La sconfitta? Il mio rapporto con essa è cambiata nel tempo, ma è comunque una componente importante del mio lavoro; dopo aver smaltito le emozioni negative che provoca, è importante riuscire a trovare la capacità di riflettere e individuare il feedback che può dare. Il mio buon proposito post Coronavirus è far capire, fra di noi ma anche all’esterno, perché svolgiamo questo lavoro per Trentino Volley”.
(Fonte: comunicato stampa)