Di Redazione
Il 32enne italo-olandese è un nuovo innesto dell’Itas Trentino da fine giugno. Scenderà in campo come titolare in posto quattro e a due settimane dall’esordio Dick Kooy: «Lavoriamo tanto e bene. Pur essendo quasi tutti nuovi, si vedono già i meccanismi di gioco. Non è facile trovare subito i ritmi giusti ma noto ogni giorno dettagli positivi e stimolanti», dichiara in un’intervista al Corriere del Trentino.
Che effetto fa giocare partite vere dopo tanti mesi?
«E’ molto piacevole rivedersi in campo ma anche utile per capire a che punto siamo e dove dobbiamo lavorare per migliorare ancora».
Sapeva da subito che l’Itas sarebbe stata così forte?
«Il gm Da Re mi ha illustrato questo progetto sin dal primo contatto. E’ uno dei motivi per cui sono qui. Parlo anche per i miei compagni: abbiamo firmato tutti per due o tre anni perché vogliamo fare qualcosa di importante».
Che gruppo sta nascendo?
«Siamo già molto amici, passiamo molto tempo insieme e Giannelli da capitano ha spinto subito per creare questo spirito: è un leader autentico, ne ho visti pochi con la sua mentalità. E consapevole del fatto che sia importante fare gruppo ora che non si gioca per essere pronti ad affrontare insieme le difficoltà».
Come ha ritrovato Lorenzetti dopo qualche anno?
«E’ incredibile. Ti stimola continuamente non solo a livello tecnico ma anche umano. Cerca un rapporto e un confronto costante. Inoltre ha un bagaglio d’esperienza impressionante, vorrei davvero poter conoscere tutto quello che ha in testa».
Tutti inseriscono Trento nella lotta per il titolo: sentite la pressione?
«E’ certamente uno stimolo ma non penso che sarà un problema. Siamo quasi tutti abituati alla pressione, veniamo da squadre ambiziose che hanno vinto o puntavano a farlo. Giochiamo ad alto livello proprio per vivere queste sensazioni che ci spingono a crescere ogni giorno per puntare a vincere. È il bello del nostro lavoro».
Cosa le hanno lasciato tante stagioni giocate all’estero?
«Ho avuto la fortuna di fare sempre parte delle squadre più forti con grandi allenatori e campioni come Travica e Sokolov. Entrare in contatto con diverse culture mi ha fatto crescere a livello umano e lo consiglio fortemente a chiunque ».
Sogna Tokyo 2021?
«Ora ho voglia di ritrovare i tifosi: la loro presenza nel palasport fa tutta la differenza del mondo. Ci giocheremo questa stagione, le Olimpiadi sono lontane ma fanno parte dei miei obiettivi. Peccato per l’Italia che potrà esserci solo uno tra me e Juantorena».