Presidente, il campionato è iniziato da un mese qual è lo stato attuale?
Ad oggi viviamo una tra le situazioni più complesse della serie A avendo sette atleti positivi ed un positivo nello staff tecnico. Da poco si sono negativizzate solo due figure nel gruppo squadra, quindi fino a pochi giorni fa contavamo ben dieci positivi al Covid-19.
Abbiamo all’attivo tre match giocati, lo stesso numero di quelli non giocati e stiamo andando incontro ad ulteriori rinvii per ovvie questioni relative alla gestione della situazione sanitaria.
Ma la cosa che mi preoccupa di più è legata agli aspetti che riguardano la salute dei ragazzi e dello staff.
Per recuperare tutti questi match entro i tempi indicati di un mese (termine fissato per la conclusione del girone di andata), la squadra dovrà esporsi in poco tempo ad un rischio altissimo in un tour de force pericoloso di incontri e spostamenti in un breve, brevissimo, lasso di tempo.
Oltre all’aspetto sanitario c’è anche un fattore tecnico. Siamo tra le poche squadre di questa categoria ad aver avuto un numero molto alto di casi di Covid-19 nel sestetto titolare e questo ci pone di fronte ad un’oggettiva riduzione della prestazione atletica della squadra. I componenti del gruppo squadra, una volta tornati negativi, non avranno il tempo di recuperare una condizione fisica adeguata per affrontare le numerose partite che ci aspettano.
Come gestisce da Presidente la responsabilità e l’etica della società in una fase così complessa?
Tenete da conto che, per una tranquillità e sicurezza di tutti i coinvolti, abbiamo deciso di sospendere l’attività del settore giovanile fino alla Serie C.
Sono il Presidente di una società sportiva e, come nei confronti dei dipendenti della mia azienda, ho il dovere morale di garantire il più possibile la sicurezza fisica di chi lavora con me.
Certo, poi c’è un aspetto economico. I ragazzi che tornano negativi devono affrontare un percorso più lungo del previsto di visite e accertamenti atti a far riguadagnare loro l’idoneità sportiva. Un processo che si allunga in termini di tempo che grava ovviamente anche sulla disponibilità economica della società.
Sapevamo sin dall’inizio della stagione che ci sarebbero stati dei costi importanti da sostenere riguardanti la prevenzione del virus visti i giri di tamponi a cui sono sottoposti continuamente atleti, staff e collaboratori.
Ce ne sono di ulteriori?
Nel mondo della pallavolo purtroppo si parla poco di questo aspetto. Anche il calcio, che indubbiamente muove altri introiti, ha a cuore questo tema. Motivo in più per il nostro movimento e la nostra categoria.
Ad oggi non solo sosteniamo dei costi sanitari importanti ma non abbiamo ritorni dagli incassi delle partite vista l’assenza di pubblico. Qualche sponsor potrà non essere soddisfatto della stagione rischiando così di perdere il suo supporto futuro. Si scatena un qualcosa che a medio termine, nelle singole società, può creare delle conseguenze ben più impattanti sul movimento stesso.
Lancio questo allarme perché non possiamo limitarci a fare gli struzzi attendendo che il momento passi, dobbiamo agire e prevenire in qualche modo.
Ho grande stima del Presidente di Lega Volley Massimo Righi, per questo confido nel fatto che possano esserci degli interventi adeguati in termini di sostegni economici, un dialogo con il governo e l’accesso ad una liquidità utile per chiudere la stagione.
In questo momento non parlo a nome del club che rappresento ma per il movimento stesso di cui faccio parte: non tutti hanno la forza economica di alcune società della massima serie.
Dobbiamo fare in modo di arrivare tutti insieme al 2021 senza perdite nelle categorie inferiori.
Da imprenditore e da manager dico attenzione, qui servono contributi economici, sostegni amministrativi e coordinamento di aiuti da parte della Lega.
Qual è il ruolo degli sponsor in una stagione come questa?
Gli sponsor rimangono uno dei motori fondamentali all’attività del club, presente e futura.
D’altro canto anche i club di A2 hanno dietro delle aziende importanti, una rete di sponsor che li sostengono economicamente, socialmente e che meritano di essere resi più visibili a livello mediatico vista la difficoltà del momento.
È naturale che questa imprevedibilità di match giocati e non giocati, l’attività a porte chiuse nei palazzetti, l’impossibilità di coinvolgimento in presenza, sono elementi che necessitano di essere controbilanciati.
Se la Lega potesse accordarsi con la RAI per dare visibilità ad una partita di A2, una volta a settimana, in orari anche alternativi alla prima serata, sarebbe un ottimo segnale dato a tutti gli sponsor dei vari team. Stesso discorso vale per tutti quei canali, cartacei e digitali, che sono a servizio massiccio della SuperLega.
Questa può essere una tra le azioni a sostegno dei club che andrà coordinata con gli interventi economici di cui parlavo prima.
Noi come club ci stiamo muovendo per dare a modo nostro più visibilità agli sponsor e ci attiveremo a livello creativo con i tifosi, entrambi a digiuno di partite e sentimenti sportivi. Ma è chiaro che ci vuole l’aiuto di tutti.
A sua opinione chiederebbe la sospensione temporanea del campionato?
Premetto che sono dell’idea che il campionato debba essere portato avanti e concluso.
Sospendere ora significherebbe sicuramente rimettere in pari la situazione complessiva ma non ci salva dal fatto che una volta ripreso il campionato possano riverificarsi condizioni analoghe (come il contagio di tanti elementi all’interno dei team). Quindi cosa si fa? Si sospende tutto nuovamente?
Dunque la mia proposta è quella rivedere la programmazione delle date del campionato.
Per la fine dell’anno è richiesto il completamento delle gare del girone di andata. Impossibile per noi. Non solo per il numero di partite da giocare ma, come dicevo prima, per una valutazione oggettiva delle condizioni atletiche non adeguate in cui dobbiamo affrontarle.
Oltretutto anche le qualificazioni per l’accesso alla Coppa Italia sarebbero a rischio. Oggi tocca a noi e a Castellana Grotte, domani, letteralmente, potrà toccare ad un altro club.
Dobbiamo valutare prima di tutto lo spostamento delle date di chiusura del girone di andata e di conseguenza di qualificazione alla Coppa Italia.
Sarebbe interessante prevedere un campo alternativo a Bologna che possa appartenere ad uno dei club della stessa A2.
Possiamo realisticamente pensare allo slittamento delle date di play-off verso Giugno fino all’inizio di Luglio.
La nostra situazione funge da specchio di un problema che realisticamente non saremo i soli ad affrontare. Una volta appurata la negatività dei componenti del nostro team avremmo necessità di almeno quindici giorni per ritornare ad una condizione ottimale per la competizione. Allora torneremo a giocare come da calendario e recupereremo le altre gare successivamente.
Lo dobbiamo per rispetto degli investimenti fatti, degli sponsor, dei tifosi e di tutto il movimento.