La festa e la solidarietà più del risultato ovviamente. Davanti ai 48 mila del Cape Town Stadium (pubblico record per un match di tennis, superati i 42 mila di Federer-Zverev di novembre a Città del Messico), il divertimento ha raccontato che si può giocare a tennis seriamente anche col sorriso sulla bocca e soprattutto con le mani in tasca. Federer e Nadal (ha vinto lo svizzero) hanno celebrato il 6° appuntamento di “Match For Africa”, il primo nel continente interessato (i fondi, che Federer stima oltre il milione di dollari, fra biglietti venduti, sponsor e cena con Gates, sono destinati alla fondazione Federer per aiutare l’istruzione dei bimbi di sei paesi africani, Sudafrica, Namibia, Botswana, Malawi, Zambia e Zimbabwe), deliziando la platea con qualche lampo della loro arte. Più di un lampo per la verità.
In perfetto clima da esibizione, su un campo che aveva soltanto il colore della terra rossa ma che era in realtà un tappeto sintetico, ma assai poco veloce, senza giudici di linea ma con la “close call” come alle Next Gen Finals, nonché disturbati dal vento (che ha come fatto da “spalla” per animare ancor di più, con effetti speciali, la serata spettacolo dei due mattatori) ma non infastiditi dalla temperatura (17 gradi), Roger & Rafa – la ditta della bellezza e della concretezza nell’era del tennis dei superpoteri (non ce ne voglia Djokovic n. 1) – hanno inscenato la perfetta imitazione di una partita di tennis, dosando capolavori e regalandosi qualche pausa dopo il via dato dal capitano del rugby sudafricano e campione del mondo Siya Kolisi. La natura semplice dell’evento era stata anticipata dal doppio, in cui si sono sfidati per un set Bill Gates e Roger (noti già come “Gateserer”) da una parte e Rafa e il comico sudafricano Trevor Noah dall’altra (hanno vinto i primi). Sono fioccati scambi ravvicinati a rete e soprattutto, ad un certo punto, non è stato più possibile contare i “tweener”. Due dei momenti più belli, tecnicamente, quel serve & volley di Roger, padrone di casa perché sua mamma Lynette, ricordiamolo, è sudafricana, chiuso con una volée col taglio a uscire che nemmeno un pittore travestito da arrotino e la smorzata dell’ultimo punto con cui Roger ha costretto Nadal a saltare la rete, perché la palla stava per tornare indietro. Più un paio di sassate millimetriche di Rafa. C’è anche scappato qualche commento a caldo al cambio di campo. Federer: “Rafa? Beh… qualche suo colpetto già lo conoscevo…”. Comunque sudavano tutti e due perché alla fine, per quanto solidali, a tennis si corre (palla corta e lob, palla corta e lob…).
Primo set a Federer che vince grazie al break ottenuto nel primo gioco (6-4). Secondo set con break, controbreak e contro-controbreak. Il tutto per portare Nadal sul 3-1 (lo spagnolo vincerà il parziale 6-3). Sul 4-1 40-15 per Nadal, entrano in campo due ball boy & girl. Come prevedibile, in omaggio all’altro spettacolo, quello della platea (i biglietti erano spariti in poche ore già a dicembre), si va al terzo. Dove l’intensità sale. Sembra a tratti una partita vera, con i due che si tolgono spazio e tempo a vicenda. Una brutta volée di Rafa manda Federer alla palla-break, che lo svizzero sfrutta e va sul 2-0 come nel primo set. Essendo uno stadio di calcio il pubblico è rumorosissimo, da rumore di fondo però, non schiamazzi. Federer si prende il terzo set (6-3) e la partita. Ridono tutti. Tra due settimane Roger tornerà a Dubai mentre Rafa riprenderà da Acapulco. Quindi i due potrebbero ritrovarsi di nuovo uno contro l’altro: a Indian Wells.