CONEGLIANO – Grido di dolore in casa Imoco Conegliano. Sul Gazzettino di Treviso, in una intervista di Luca Anzanello a Pietro Maschio, copresidente del club, il dirigente non nasconde i timori per una stagione che sta diventando complicata. E se i timori di sopravvivenza arrivano addirittura da Conegliano, quale sarà lo stato di salute delle altre società? E la Legadonne che fa per i suoi club?
Dalle “porte chiuse” mancati incassi per circa 800mila euro a stagione, pari più o meno a un quinto del budget messo in campo dalla proprietà con l’aiuto dei tanti sponsor. “Per rimanere in piedi servirebbe potere accogliere almeno il 25-30% del nostro pubblico, altrimenti rischiamo di trovarci in una situazione che non meritiamo” chiosa il copresidente dell’Imoco Pietro Maschio.
Invece dal prossimo match interno del 24 ottobre contro Monza gli accessi potrebbero scendere di nuovo a sole 200 persone (3,7% della capienza del Palaverde), visto che ordinanze regionali di manica più larga non saranno più autorizzate dal governo.
A Maschio bastano pochi calcoli per quantificare la perdita stagionale di incassi da pubblico correlata alle misure anti contagio: “Senza considerare playoff e altre competizioni, giocando a porte chiuse perderemmo tra 700mila e 750mila euro tra la quota degli abbonati, quest’anno completamente assente, e gli altri spettatori. Includendo anche i playoff e una finale potremmo arrivare a minori incassi per 850mila euro, cifra che rappresenta circa il 20% del nostro budget. I numeri sono impietosi: così non si va avanti” l’allarme di Maschio.
C’è poi l’allarme sponsor… Tra difficoltà oggettive delle aziende e il mancato spettacolo dei palasport la raccolt sarà la medesima delle passate stagioni? “Per fortuna in questi anni abbiamo lavorato bene, senza mai fare passi più lunghi della gamba e quindi senza ritrovarci oggi con sofferenze – rivendica Maschio –. Però eravamo abituati a vedere crescere ogni anno il numero di aziende che ci sostengono. Le “porte chiuse” ci hanno tolto questo aumento, anzi al momento stimiamo di avere tra il 5 e il 10% di sponsor in meno, ci stanno. Ma per restare in piedi servirebbe potere accogliere il 25-30% di pubblico, ben più di 200 o 700 persone come accade adesso. Diversamente, non so cosa accadrà”.