MODENA – I fratelli Saverio e Michele Columella, di 41 e 53 anni, di Altamura, sono finiti ai domiciliari con l’accusa di bancarotta e reati tributari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari avviata a seguito del fallimento – dichiarato a ottobre del 2018 – della Tradeco il più grande gestore della raccolta di rifiuti della Provincia di Bari con una esperienza ultratrentennale nel settore.
Finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria del Comando Provinciale di Bari hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per quasi 14 milioni di euro (13,4 mln).
La misura è stata disposta dal gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace su richiesta del pm Francesco Bretone.
La Tradeco è stata dichiarata fallita il 10 ottobre di due anni fa dopo che il tribunale di Bari, dopo aver accertato la presenza di 70 milioni di debiti, respinse la domanda di concordato preventivo in continuità depositata.
Era stata la Procura di Bari, a valle di una verifica compiuta dalla Finanza poi sfociata nel 2016 in un provvedimento di sequestro, a chiedere il fallimento della società che fa capo alla famiglia Columella, per due decenni i padroni incontrastati del settore in Puglia.
La società rispose nel febbraio di due anni fa depositando un ricorso per concordato preventivo in bianco. A fronte di debiti dichiarati per 69 milioni, il piano prevedeva solo pochi spiccioli per il pagamento dei creditori: il 30% per gli accessori dei crediti previdenziali, il 5,5% per una serie di debiti privilegiati degradati a chirografari e solo il 3,82% per tutti gli altri.
Le indagini hanno consentito di accertare che la TRA.DE.CO. S.r.l., per gli anni dal 2014 al 2018, ha omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare complessivo di € 13.165.066 ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una conseguente evasione di imposta (IVA e IRES) per un ammontare complessivo di € 259.032.
Una operazione che si è sviluppata anche in ramo sportivo. La Tradeco, negli anni, è stata sponsor e direttamente coinvolta nella gestione sportiva ad Altamura, Cesena e Urbino.
Presentazione 2012/13, Michele Columella, primo a sx, premiato da Fabris
Come racconta La Gazzetta del Salento: tra il 2012 e il 2015 la Tradeco ha capitalizzato “elevatissime spese di sponsorizzazione”, alterando conto economico e patrimonio netto per sei milioni di euro, ritiene l’accusa. Stando alle indagini della Finanza, si tratta quasi sempre di prestazioni pubblicitarie e di sponsorizzazioni emesse da società cartiere compiacenti. Anche perché, “le società sportive e associazioni dilettantistiche operavano in contesti territoriali estremamente circoscritti con un pubblico assai limitato”.
[…] Prendiamo il valore commerciale degli spazi pubblicitari ad esempio del palazzetto dello Sport di Urbino dove era finito il titolo sportivo del volley femminile di A1 dell’Altamura targato Michele Columella. Sulla carta la Tradeco acquistava quei cartelloni a cifre anche superiori a mezzo milione di euro, quando spazi simili ricostruiscono gli investigatori si vendono negli stadi della serie A di calcio a prezzi che non superano i 50mila euro.