Di Redazione
Aleksandar Atanasijevic sta passando la quarantena a casa con la fidanzata, Elitsa Vasileva, che lo accudisce “Come un bambino”, ammette Bata, a seguito dell’intervento che ha subito al ginocchio destro. Della sua Sir gli manca tutto, dai tifosi al Pala Barton, e la voglia di tornare in campo la racconta in un’intervista a Umbria Journal:
Da sette stagioni sei conosciuto come Bata e Magnum, i due soprannomi che accompagnano la tua carriera. Come preferisci essere chiamato?
“Bata in serbo significa “fratellino”. Questo soprannome è nato perchè i miei genitori dicevano a mio fratello, di due anni più grande di me, “Guarda è nato il tuo Bata, c’è il tuo Bata”. Ormai è 28 anni che in Serbia mi chiamano così. Mentre qua in Italia, grazie a Gino Sirci, ho il soprannome Magnum, che mi piace un sacco”.
La tua carriera vanta numerosissimi premi, soprattutto in queste sette stagioni alla Sir. Come pensi che una squadra così ambiziosa, quale Perugia, possa aver contribuito nella tua crescita come atleta?
“Penso che venire a Perugia sia stata la mia scelta migliore, nonostante l’abbia fatto quando non era ancora una delle squadre più forti al mondo. Al tempo l’allenatore era Boba Kovac ed è stato sicuramente un motivo in più per scegliere questo team. Perugia mi ha praticamente dato tutto, ho avuto la possibilità di crescere insieme alla società e penso che ora siamo arrivati a quel livello che ci porta ad essere una delle tre squadre più forti al mondo.”
Credi che si potrà tornare al Pala Barton senza troppe limitazioni, già all’inizio della prossima stagione?
“Se devo essere sincero, non ci capisco molto. Spero solo che avremo la possibilità di giocare subito, fin da settembre, con i nostri tifosi. Per noi cambia tantissimo averli al palazzetto. Il Pala Barton è sempre pieno, anche quando giochiamo con le squadre ultime in classifica. Spero di ritrovarlo come lo abbiamo lasciato a febbraio”.
In squadra hai un ottimo rapporto con tutti. Come hai reagito alla notizia della partenza dei tuoi colleghi, e soprattutto di Podrascanin?
“Non è stato facile. Con Lucio (De Cecco, ndr) ho giocato per sei anni, quando passi così tanto tempo con un giocatore conosci tutto di lui, quando ti arriverà la palla e come. Con Potke sono stato insieme quattro anni, dal mattino alla sera, sia a Perugia che in Nazionale. Un amico vero, che puoi chiamare a qualsiasi ora della notte. Mi mancherà tantissimo, ma questo è lo sport. Ora giocheremo contro e devo pensare a batterlo!”.
Con la partenza di De Cecco, chi può essere il candidato ideale a rivestire il ruolo di capitano?
“Ce ne sono tanti. Il capitano è solo un ruolo uguale agli altri, hai più responsabilità ma non è un lavoro così difficile. Per me conta il risultato, non chi sarà il capitano. Penso che, nonostante ci siano stati tanti cambi, Perugia può ambire a vincere il campionato anche la prossima stagione”.