ROMA – Dieci giorni che ti cambiano la vita. E non si tratta di uno scherzo di Carnevale, anche se il teatro di questo “colpo” è Rio de Janeiro. Nella città brasiliana infatti Gianluca Mager, da numero 128 del ranking mondiale, ha piazzato il più bel risultato della sua carriera, raggiungendo la finale – partendo dalle qualificazioni – nel torneo ATP World Tour 500 dotato di un montepremi di 1.759.905 dollari. Sui campi in terra rossa di Rio il 25enne di Sanremo ha messo in fila una serie di avversari più quotati, tra i quali al primo turno il norvegese Casper Ruud, numero 34 Atp e ottava testa di serie, fresco vincitore a Baires del suo primo titolo nel circuito maggiore, e soprattutto nei quarti l’austriaco Dominic Thiem, numero 4 del mondo e primo favorito del torneo, da lui vinto nell’edizione 2017. Nel match che assegnava il titolo il tennista ligure – in precedenza mai giunto neppure nei quarti nel circuito maggiore – ha ceduto al cileno Cristian Garin, numero 25 della classifica mondiale e terza testa di serie: 7-6(3) 7-5 il punteggio, in un’ora e 35 minuti.Dalle leggerezze giovanili alla Top 100“Ho vissuto la settimana più bella della mia vita e quindi devo ringraziare tutti quanti e il pubblico per il sostegno, questo torneo rimarrà per sempre nel mio cuore”, le prime parole di Mager, che può si consolarsi con un balzo di una cinquantina di posti in classifica, entrando fra i primi ottanta del mondo, al numero 77, ovviamente nuovo best ranking. Una posizione da cui guardare al futuro con occhi diversi, quinto italiano nel ranking, ma soprattutto con la certezza di poter disputare in tabellone i prossimi Slam, quelli che fanno davvero la differenza per un professionista della racchetta. Da qui anche la commozione e le lacrime di questo ragazzo in questo momento speciale, condiviso con la fidanzata Valentine Confalonieri (ex promessa del tennis) e con Flavio Cipolla, che da qualche tempo segue come coach il ligure (oltre al conterraneo Matteo Civarolo), nel 2019 capace di aggiudicarsi tre titoli Challenger. Nella mente di Mager probabilmente sono passati tanti flashback, a cominciare dai momenti bui come la squalifica di 4 mesi rimediata a 16 anni per aver fumato marijuana ad una festa, lui che a quei tempi ancora non giocava tornei professionistici. Solo in seguito Gianluca ha deciso di fare della propria passione un lavoro provando a sfruttare il talento che tanti gli riconoscevano, e un grazie lo deve sicuramente a Diego Nargiso, che colpito dal suo potenziale ha investito energie e tempo con l’obiettivo di farlo maturare e diventare un giocatore nel senso più pieno del termine. C’è voluto un po’ di tempo, ma ora si può dire che la favola di Mager abbia un lieto fine. E non è detto che non ci siano altre pagine ancora da scrivere…
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Tennis, Mager si affaccia tra i grandi: vola al numero 77 con la finale a Rio
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