ROMA – Una leggenda del tennis, che ha lasciato il segno come pochi altri. Andre Agassi compie oggi 50 anni: un traguardo importante per un campione mai banale, dentro e fuori il rettangolo di gioco. Genio e sregolatezza, classe cristallina e atteggiamenti ribelli, oltre a un look inconfondibile tale da renderlo un’autentica icona degli anni Novanta e Duemila. Capelli lunghi, con acconciature alquanto pittoresche, bandane, pantaloncini di jeans, magliette sgargianti, occhiali da sole con lenti trasparenti o a specchio: bastano poche pennellate per evocare la figura ‘pop’ dello statunitense che, al di là dei suoi atteggiamenti bizzarri, con la racchetta tra le mani era un autentico fuoriclasse.Un palmares stellareIl talento di Las Vegas, infatti, ha messo insieme nella sua carriera 60 titoli Atp e otto tornei dello Slam (4 Australian Open, 2 Roland Garros, 1 Us Open e 1 Wimbledon), detenendo il primo posto nel ranking mondiale per 101 settimane e guadagnando più di 31 milioni di dollari in premi e 150 in sponsorizzazioni. Agassi è uno degli otto giocatori in grado di realizzare il Career Grand Slam (insieme a Don Budge, Roy Emerson, Rod Laver, Fred Perry, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic), ma l’unico tennista della storia che può vantare di avervi aggiunto anche la medaglia d’oro del singolare olimpico (Atlanta 1996), il torneo Atp World Championship e la Coppa Davis.Tante luci e qualche ombra nella sua vitaAlla vigilia dell’Open di Francia 2017 è diventato il nuovo coach di Novak Djokovic, dal quale si è separato nella primavera 2018. Atleta da ‘ottovolante’, con una carriera che ha avuto più di un alto e basso, Agassi ha fatto parlare di sé anche per la vita privata, tra tante luci e qualche ombra. Nell’autobiografia dal titolo ‘Open’, rivela di aver assunto metanfetamina durante un periodo particolarmente difficile, dal quale ha saputo rialzarsi con forza. Il matrimonio con l’attrice Brooke Shields coincise con un declino che appariva inesorabile, seguito dall’annullamento delle nozze e dalla frequentazione con la collega Steffi Graf, che poi diverrà sua moglie e madre di Jaden Gil e Jaz Elle, favorendo la rinascita – anche agonistica – del marito.Il rapporto turbolento con il padre e il ritiro in lacrime nel 2006Agassi non ha mai nascosto neppure il turbolento rapporto con il padre, che da ragazzo lo sottoponeva ad allenamenti massacranti con una macchina ‘spara palline’, da lui chiamata “drago”, per farne il numero uno al mondo. Da qui probabilmente è nato il rapporto di amore-odio con lo sport che lo ha reso celebre e ricco. “Gioco a tennis per mestiere, anche se lo odio con una passione sinistra e segreta, l’ho sempre odiato”, affermò Agassi alla vigilia degli Us Open 2006 che segnarono la fine della sua attività agonistica. Indelebile anche in questo caso l’immagine del campione americano, passato dalla folta chioma alla ‘pelata’, che saluta in lacrime il pubblico di Flushing Meadows, da sempre pazzo di lui.L’impegno sociale della sua FondazioneAgassi, figlio di un immigrato iraniano, si è contraddistinto anche per le iniziative in campo benefico, che lo hanno portato a istituire – assieme alla moglie Steffi Graf – la ‘Andre Agassi Foundation for Education’, raccogliendo fondi per finalità sociali e dando vita nel 2011, in accordo con lo Stato del Nevada, a una modernissima scuola per ragazzi poveri e svantaggiati.
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Tennis, genio e sregolatezza: i 50 anni della leggenda Andre Agassi
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