Altro che fuochi e incendi australiani: ora il tennis si sveglia con delle accuse di sessismo. Quelle di Sloane Stephens, una che non le manda a dire. Già campionessa degli US Open, l’americana ha puntato il dito contro gli organizzatori del torneo di Brisbane che, in questi giorni, si sta sdoppiando ospitando sia match dell’Atp Cup che il Wta Premier. “Era quello che voleva l’Atp: hanno ottenuto quello che volevano, mettere le ragazze da parte, un po’ come succede sempre”. Stephens ha aggiunto: “Penso, ovviamente, che gli affari siano affari”. La numero 24 del mondo ha continuato il suo indice puntato. “Capisco come la loro priorità fosse l’Atp Cup. Però in generale ci sarebbero state alcune cose che avrebbero dovuto essere fatte diversamente”.
A cosa si riferisce? Al fatto che il campo centrale dell’impianto sia stato dedicato esclusivamente ai maschietti. “Quando sei un giocatore numero uno al mondo che giocherà in un campo secondario, non penso che sia fantastico”. La numero uno femminile al mondo peraltro è un’australiana, Ashleigh Barty che, insieme ad altre colleghe, ha evitato le risposte su questo argomento. Ma non la Stephens, che è una consigliera del board delle giocatrici della Wta, e dunque è anche una sorta di sindacalista. “Non siamo mai state considerate”. E il suo umore non è migliorato dopo la sconfitta contro la russa Samsonova al terzo set. “Ma questo non c’entra nulla. Sul piano personale non è che mi abbiano mancato di rispetto: capisco che gli affari sono affari e la loro priorità era l’altro evento, quello dei maschi”.
A darle una mano sul piano diplomatico è entrata in scena anche Samantha Stosur, altra campionessa australiana: “Credo che in futuro qualcosa cambierà, mi dicono che cercheranno di creare una Wta Cup”. La sola idea di un nuovo evento ha comunque già gettato scompiglio nel mondo istituzionale del tennis, dopo le recenti polemiche su Laver Cup e il nuovo format della Coppa Davis e le loro relative date. Questo, in fondo, è il vero problema del tennis attuale: l’armonizzazione del calendario. La vera sfida da realizzare.