MELBOURNE – Incredibile Roger Federer. Il trentottenne fuoriclasse svizzero, numero 3 del mondo, vola in semifinale all’Australian Open battendo lo statunitense Tennys Sandgren al quinto set, dopo aver superato un infortunio ed essersi di conseguenza trovato a lungo in balia dell’avversario. Perso il primo set nel modo in cui i più si aspettavano sarebbe evoluto il match, l’americano – giustiziere al secondo turno di Berrettini e negli ottavi di Fognini – è poi andato avanti due set a uno, rischiando di vincere al quarto set. In quella partita, Federer è costretto a salvare 7 match point, quattro nel tie break, 3 di fila quando si trova sotto per 3 punti a 6. Poi nel quinto ritrova in parte il suo gioco e, con quello, il break decisivo. Il punteggio finale: 6-3 2-6 2-6 7-6 (8) 6-3 per lo svizzero, già reduce da una battaglia al quinto, con annessi brividi, contro John Millman. In semifinale, la 46esima in carriera in uno Slam, Federer se la vedrà con il vincente della sfida tra il serbo Novak Djokovic, campione uscente, e il canadese Milos Raonic (8-0 i precedenti).
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Inizio ok, poi la luce si spegneParte bene, Roger, e incamera facilmente il primo set. Poi, all’inizio del secondo, la luce si spegne all’improvviso: l’elvetico commette una marea di errori gratuiti e sembra incapace di reggere lo scambio. Nel terzo set, dopo un insolito warning per linguaggio inappropriato, già indietro di un break (0-3), il 20 volte vincitore di slam, particolarmente nervoso e falloso, chiede un medical time out (“dolore all’inguine”, spiegherà poi a Jim Courier nell’intervista di fine match). Al rientro, il basilese si ripresenta ancor più lento negli spostamenti laterali e incerto nei colpi, tanto da subire il secondo 6-2. Il quarto set diventa una battaglia di nervi, con Federer che sembra poter cedere la battuta da un momento all’altro, mentre l’americano del Tennessee viaggia sicuro sui propri turni di servizio. Sul 5-6 il fuoriclasse di Basilea si trova a salvare i primi 3 match point ma riesce in qualche modo a raggiungere il tie-break, dove però Sandgren si porta facilmente sul 6-.3. Roger, che proprio in extremis inizia a ritrovare in parte il suo gioco li salva per sua bravura ma anche con un pizzico di complicità dell’avversario. Dal 6 all’8 pari gli avversari vincono i rispettivi punti alla battuta, con l’elvetico costretto a salvare un altro match point. Poi, incrediblmente, arriva il minibreak rossocrociato, e si ricomincia da zero.