Il russo Daniil Medvedev ha rilasciato una lunga intervista al magazine tedesco “Tennis Magazin”, in cui parla della sua vita, abitudini e carriera. Alcuni spunti sono interessanti, rilevano il suo carattere, assai determinato, e gli obiettivi di una carriera decollata la scorsa estate, quando fu quasi imbattibile sul cemento nord americano.
“Sono una persona piuttosto assonnata… Se non imposto la sveglia, dormo undici o dodici ore. Adoro dormire a lungo, e quando sono sveglio per alcune ore, posso tornare a dormire immediatamente. Non direi pigro, ma dormire mi piace moltissimo”.
Ha confermato che il rapporto con Daria e il matrimonio sono stati una delle chiavi della sua esplosione: “Sposarsi a poco più di 20 anni? Oggi le persone non si sposano così presto, sposarsi è una grande decisione nella vita, quando hai una famiglia hai molte responsabilità. Molte persone della mia età studiano o vivono ancora con i genitori, ma per me è diverso. Sono un giocatore di tennis professionista e sono impegnato davvero full time. Quando ho incontrato Daria mi sono subito innamorato di lei. Siamo stati insieme un anno e mezzo prima di sposarci, non è stata una decisione fulminea, e se guardo indietro, penso che sia stata la migliore decisione della mia vita. I miei amici? Non mi hanno detto che ero pazzo, in Russia si tende a dire “non lasciartela scappare!”. Ancor più se hai una vita come la mia, sempre in viaggio, non è facile trovare la persona giusta e che ti voglia seguire. Mia moglie ha giocato a tennis a buon livello giovanile, è stata tra le prime 60 al mondo junior. Accetta quando la mia attenzione è rivolta totalmente al tennis. Grazie a lei ho trovato la stabilità di cui avevo bisogno. Prima di sposarmi, non avrei mai pensato che fosse così bello, non sapevo cosa aspettarmi”.
Scacchi (classico passatempo russo) o Playstation?
“Preferisco la PlayStation, ma gioco anche a scacchi, non sono un professionista ma gioco abbastanza bene con i miei amici. Quando smetto, chissà, potrei diventarlo. Se mi aiuta nel tennis? Beh, se decidi di giocare a scacchi prima di una partita, non colpirai meglio il diritto, ma aiuta il tuo focus. Ho iniziato grazie a mia madre, mi ha insegnato gli scacchi, matematica e fisica. Tutto ciò ha affinato le mie capacità analitiche e ora mi aiutano in campo. Gli studi? Al momento mi sono fermato, non ho tempo libero. Potrei riprenderli una volta terminata la carriera, forse qualcosa legato agli affari. Dopo il tennis? Potrei diventare anche un allenatore di tennis. Spero di avere una grande famiglia, non adesso perché ora sono focalizzato solo sul tennis”.
Soffermandosi sul suo tennis, conferma di aver un gioco diverso dagli altri. Ma respinge l’accusa di essere “noioso” in campo.
“Ho una tecnica diversa rispetto alla maggior parte degli altri giocatori. Non c’è un motivo particolare, mi sono sviluppato così, chiaramente non voglio cambiarla ora. Non penso che ci sia una tecnica buona o cattiva, c’è una tecnica più elegante o meno. Se guardi Roger Federer, la sua tecnica è un capolavoro, ogni suo colpo è fantastico. Quando avevo sei anni, giocavo il rovescio con una mano e provavo a copiarlo. Ma non sarei un giocatore di successo oggi se avessi cercato di imitarlo. Ogni giocatore deve crescere seguendo le proprie qualità, altrimenti non puoi arrivare. Alcune persone dicono che il mio gioco è noioso, ma io non la penso così. Ho un tennis tattico, diverso. Ma anche se fosse noioso, il mio obiettivo è vincere e non cambierò. I miei obiettivi sono vincere il più possibile. Sfortunatamente sono un perfezionista… Dico purtroppo perché spesso la mia testa mi gioca brutti scherzi. Durante le partite mi capita di pensare ad un colpo che non va, o come andava la settimana precedente, e questo mi porta solo pensieri negativi nella mia testa. Anche nell’atteggiamento in campo devo migliorare. Lo sto facendo, ma è una strada lunga…”.
Il suo idolo: Marat Safin. “Ho iniziato a seguire Marat perché è russo, e che talento! Quando ho iniziato a guardare il tennis in tv e capire il gioco, Safin vinceva molto, anche gli Slam. È stato fantastico”.
Marco Mazzoni