Matteo Berrettini è intervenuto in un’intervista con gli ex-campioni Wilander e Corretja nel corso della quale è ritornato sulle sue parole e decisioni riguardo il fondo di aiuti per i tennisti di bassa classifica.
Il romano classe 1996, residente a Monte-Carlo, ha affrontato le obiezioni che gli erano state mosse quando aveva deciso di non partecipare al PRP.
“So che le mie parole potrebbero essere prese fuori contesto, in modo negativo e non voglio essere quel tipo di persona.”
“Sto dicendo che conosco bene questi giocatori perché mio fratello [Jacopo] è n.500 al mondo. Conosco quella realtà, sono stato lì anche se per poco. ”
“Sto aiutando mio fratello più che posso”.
Berrettini entrò nella classifica ATP a 19 anni, nell’aprile del 2015, superando la posizione n.500 un anno e mezzo dopo (n.433 al 28.11.2016). Entrò brevemente nei top 100 dopo un altro anno e mezzo (n.95, il 19.03.2018) per poi rientrarvi stabilmente due mesi dopo.
“Ho solo detto che in questi momenti molto duri da affrontare la mia priorità non è aiutare gli altri tennisti. Preferirei aiutare altri. Mi si potrebbe rispondere “puoi fare entrambe le cose”, certo. O forse potrei non aiutare nessuno.” ha proseguito il n.8 della classifica ATP nel suo soliloquio.
“E’ una cosa personale, non è obbligatorio. Non devo farlo, ma devo sentire di volerlo fare, e per ora quello che sento è di essere d’aiuto in altre situazioni. E questo è tutto.”
“Si possono prendere le mie parole fuori contesto e dire che non mi piacciono gli altri tennisti, che non mi piace aiutare le persone, ma non è vero. Vaglierò come aiutare, e questa è la mia decisione.”
Berrettini ha ricevuto un prize money di 88.000 dollari nel 2020, e di 4.420.000 dollari in carriera. Nel solo 2019 il suo prize money è stato di 2.780.000 dollari, pari a due terzi circa del totale.
Un Grazie a Mandrake