Pubblichiamo la lettera del Prof. Luca Filipponi che ci ha inviato stamane.
Alla cortese attenzione di:
MINISTRO DELLO SPORT VINCENZO SPADAFORA
PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI MALAGÒ
PRESIDENTE DELLA FIT ANGELO BINAGHI
PRESIDENTE FIT UMBRIA ROBERTO CARRARESI
REDAZIONI DEGLI ORGANI DI INFORMAZIONE SPORTIVA
“Cari amici,
In un momento così critico e delicato non ho la pretesa di decidere cosa
sia “strettamente necessario”, ma parto da un presupposto: Per me il
tennis rappresenta una grande passione e dedico, da sempre, a questa
affascinante disciplina sportiva diverse ore della mia vita.
Sono un tennista agonista di 50 anni del Tennis Club 2 Valli di Spoleto
(Umbria), classifica 3.5, nella stagione 2019 ha preso parte a 27 tornei
Fit, disputando 54 partite. Il mio motto è: “Questa non si prende”.
È chiaro che come tutti gli altri amici tennisti sono fermo da oltre un
mese ma attendo con trepidazione di poter tornare a giocare e solo il
buonsenso mi ha spinto a scrivere queste righe:
Ebbene, in questi giorni è scattata la corsa verso la “ripartenza” e
mentre il Governo studia su come attivare la cosiddetta “fase 2”, dai
giornali emergono una serie di ipotesi più o meno veritiere. Per quanto
riguarda l’attività sportiva che qualcuno potrebbe anche inserire nella
categoria dell’effimero, i riflettori sono giustamente puntati sul
calcio, che in base ai dati Coni 2017 conta oltre un milione di
praticanti, ma nessuno parla del tennis che, sempre secondo i dati del
Coni del 2017, è il secondo sport italiano con oltre 370mila atleti.
Solo gli agonisti censiti dalla Fit nelle classifiche 2020 sono oltre
90mila tra uomini e donne, ma il Presidente della Federazione Angelo
Binaghi in questo momento è concentrato sugli Internazionali di Roma e
sull’attività dei tennisti Atp e delle tenniste Wta.
Leggo che le squadre di calcio potrebbero riprendere gli allenamenti nel
mese di maggio, ma nello stesso tempo leggo anche a malincuore che i
circoli tennis invece potrebbero riaprire tra giugno e luglio come le
palestre e le piscine. E allora, senza prendere in considerazione le
questioni legate all’economia (non di certo trascurabili), nascono
diversi interrogativi: L’obiettivo è veramente tutelare la salute delle
persone? Le istituzioni hanno il dovere di diffondere ed agevolare
quanto più possibile (nei limiti di sicurezza) la pratica sportiva?
Quanto vale il diritto di giocare a tennis rispetto ai diritti tv del
calcio? Chi decide prende in considerazione le modalità di contagio del
Covid19?
A tranquillizzare gli stessi tennisti sul “basso rischio di contagio del
tennis” era stata la Fit lo scorso 15 marzo con una intervista al
professor Roberto Cauda, direttore del dipartimento malattie infettive e
coordinatore dell’emergenza Covid-19 del Policlinico Agostino Gemelli di
Roma. Ebbene, ad oltre un mese dall’inizio dell’emergenza in Italia
tutti ormai abbiamo in linea di massima compreso che il rischio contagio
è superiore per sport di squadra rispetto a quelli individuali e il
tennis è forse lo sport meno pericoloso. È altrettanto evidente però che
i circoli saranno comunque costretti a rispettare le misure di sicurezza
per evitare il contagio, ma per ovviare a questa problematica e ridurre
al minimo il rischio potrebbero addirittura pensare di chiudere
momentaneamente spogliatoi, palestre, bar o ristoranti.
Non credo di essere l’unico ad aver preso in esame questi aspetti,
quindi mi ergo a portavoce di tanti amici tennisti come me e pur sapendo
che per tornare a disputare i tornei Fit dovrò ancora attendere con
pazienza, invito sia il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ,sia il
Presidente Fit Angelo Binaghi a valutare con attenzione almeno la
possibilità di restituirci il sacrosanto diritto di praticare il nostro
sport preferito già dal 3 maggio, quando forse anche i ciclisti potranno
tornare a pedalare ed i podisti potranno tornare a correre ad oltre 200
metri da casa.
Saluto tutti sperando di poter tornare presto a dire:
“Questa non si prende…”
PROFESSOR LUCA FILIPPONI