Siamo ottimisti per le Finali di Coppa Davis”. Albert Costa pensa positivo e guarda con fiducia a fine novembre in vista della seconda edizione delle Davis Cup Finals. Lo spagnolo, ex numero 6 al mondo e oggi direttore della nuova competizione a squadre, ha raccontato le proprie sensazioni in una diretta Facebook a Sportface.it. Il 2020 tennistico è a rischio a causa dell’emergenza sanitaria, ciò – almeno ad oggi – non preclude la speranza di tornare in campo per autunno. Di vitale importanza il pensiero dei vertici dell’Atp, con cui Costa dichiara di essere “sempre in contatto, in particolare con Gaudenzi”.
“Perché siamo fiduciosi? Perché è l’ultimo torneo dell’anno – racconta -. Speriamo che nei prossimi mesi la situazione cambi e che tutti i Paesi potranno viaggiare e raggiungere Madrid”. Una prima edizione, quella svoltasi lo scorso novembre, che può servire da ‘lezione’ per limare qualche aspetto del nuovo format: “Bisogna migliorare alcuni aspetti, per esempio quello dell’orario di gioco. Molti hanno terminato i propri incontri nella notte, troppo tardi. Quello che mi è piaciuto di più è stato ospitare i migliori di 18 nazioni del mondo, è una competizione che attira molto”. Il rapporto di Albert Costa con la Coppa Davis non è mai stato qualcosa di ordinario, a partire dall’esperienza da giocatore. Le sensazioni dell’ex campione iberico nel rappresentare i propri colori superano qualunque cosa: “Per me la Coppa Davis è una cosa differente, speciale – spiega -. Giocare per il proprio Paese è incredibile. Soprattutto quando si gioca in casa, hai una grandissima responsabilità davanti al tuo pubblico. La tensione era molto più alta anche rispetto ad un match al Roland Garros. Non dormivo la notte prima di un incontro di Davis”. Presente durante l’intervista anche Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini oltre che della Rome Tennis Academy. A tal proposito, Costa accarezza l’idea di un circolo di proprietà. In Spagna uno degli esempi più lampanti è quello della Rafa Nadal Academy a Maiorca: “Chissà, magari la aprirò anche io un giorno per lavorare con i giovani”. Sinner e Berrettini, invece, sono stati due dei tanti portavoce di un 2020 da sogno per il tricolore. Lo ammette anche Costa, spendendo parole al miele per entrambi: “Jannik l’ho visto alle Next Gen Atp Finals, mi piace tantissimo come gioca, anche la sua personalità. Credo che arriverà in top 5. Berrettini? Lui è già un top 10, è molto solido e non si scoraggia mai. Credo debba migliorare sulla mobilità e sul gioco di piedi, ma è un giocatore completo”. Sul movimento spagnolo invece: “Qui abbiamo avuto una generazione incredibile negli ultimi 30 anni, ora c’è grande aspettativa verso i giovani. Ci sono ragazzi che stanno crescendo come Davidovich Fokina e Kuhn. Carlos Alcaraz Garfia invece ha un talento speciale. Sa fare tutto, io lo conosco da quando è piccolo perché si allenava a Barcellona. Certe cose non si insegnano, o le hai o non le hai”. Capitolo finale, ma non meno importante, quello legato al coronavirus. Costa rassicura senza abbassare la guardia: “Tutta la mia famiglia sta bene – conclude – non abbiamo avuto alcun problema con il Covid-19. La situazione in Spagna invece è molto complicata, ma ora ricominciamo a vedere la luce. Speriamo che l’evoluzione sia positiva, così da riaprire gradualmente i negozi e riprendere la nostra vita. Fondamentali sono le precauzioni, come la mascherina”.