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I due volti del tennis. Krawietz: “Ora lavoro in un discount”. Thiem: “Non aiuto gli altri giocatori”

ROMA – Il mondo del tennis si sta sempre più dividendo in tempi di pandemia da coronavirus. Lo avevano previsto e anticipato nei giorni scorsi i big della classifica mondiale, Djokovic, Nadal e Federer, che, non a caso, stanno presentando, a turno, varie proposte per ripartire: dal fondo di solidarietà a sostegno dei giocatori meno abbienti all’unificazione delle due associazioni, l’Atp e la Wta. C’è chi, come il tedesco Kevin Krawietz, vincitore del doppio al Roland Garros dell’anno scorso, si è visto costretto ad andare a lavorare in un discount e chi, invece, come l’austriaco Dominic Thiem, n. 3 del mondo, non è disposto a condividere i propri guadagni.Krawietz: “Arrotondo guadagnando 450 euro al mese in un discount”Krawietz non si è vergognato a rivelare al quotidiano “Der Spiegel” che “da qualche tempo lavoro in un discount, a 450 euro al mese. Sistemo la merce sugli scaffali con un amico, vedo se i reparti di salsiccia e formaggio sono pieni, sistemo le scatole vuote. La scorsa settimana ho fatto la sicurezza di fronte all’ingresso, spruzzando i carrelli con il disinfettante”. Naturalmente il tedesco, che di solito fa coppia con Andreas Mies, aspetta, come tutti, di poter ricominciare a disputare i tornei: “Come professionista, grazie a un permesso speciale, attualmente posso allenarmi tre o quattro volte a settimana. In alternativa per muovermi, ho comprato dei pattini in linea, che uso per correre su e giù per il canale di Nymphenburg a Monaco”.Thiem: “Non aiuto gli altri tennisti, piuttosto chi ha davvero bisogno”Ad un altro quotidiano, l’austriaco ‘Kronen Zeitung’, Thiem si è dichiarato contrario ad elargire aiuti economici a colleghi meno fortunati: “Nessuno di questi giocatori scarsamente classificati sta lottando per sopravvivere”, ha spiegato il finalista agli Australian Open e nelle ultime due edizioni del Roland Garros. “Tutto l’anno vedo molti che non danno tutto al tennis e non sono molto professionali. Non vedo perché dovrei dare loro dei soldi”. Thiem non si è dichiarato, però, del tutto contrario alla solidarietà: “Preferisco dare a persone o istituzioni che ne hanno davvero bisogno. Nessuna professione al mondo ti garantisce un grande successo all’inizio della tua carriera. Nessuno dei migliori giocatori si considera arrivato, nulla è garantito e dobbiamo combattere”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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