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Djokovic e il suo Adria Tour sotto tiro dopo il caso Dimitrov

La notizia del test del coronavirus positivo a Grigor Dimitrov è caduta come una bomba nella struttura organizzativa dell’Adria Tour, una serie di tornei di esibizione nei Balcani promossi da Novak Djokovic. Il numero uno del mondo ha posto il fratello minore (Djordje Djokovic) e uno dei suoi allenatori (Goran Ivanisevic) come direttori delle prime due tappe e lui stesso ha indirizzato inviti personali a vari colleghi per partecipare all’evento.

L’idea iniziale di Novak Djokovic non è stata degna di molte critiche: i giocatori si sono recati nei Balcani per gareggiare gratuitamente, senza ricevere alcun cache, e i soldi dei biglietti venduti sono andati per cause benefiche, con il serbo che prometteva di seguire “tutte le norme di sicurezza” e con degli spettatori sulle tribune per dare un po’ di atmosfera alla competizione.

Tuttavia, ciò che si è visto negli ultimi 10 giorni a Belgrado e a Zara è stato diverso e non ha sorpreso il fatto che un giocatore abbia finito per contrarre il virus: stadi pieni, spettatori senza mascherina o distanziamento, partite di calcio e di pallacanestro con tanto pubblico e tanto contatto fisico e persino una serata in discoteca che è stata anche filmata.

Sono arrivate però ora diverse critiche all’evento costringendo gli organizzatori a reagire in una dichiarazione. “Abbiamo deciso di annullare la finale della tappa di Zara come misura preventiva. Abbiamo seguito rigorosamente tutte le misure di sicurezza imposte dalle autorità dei paesi in cui si sono svolti i tornei. Nessuno dei giocatori o dei membri dello staff che hanno avuto contatti con Grigor Dimitrov ha sintomi e tutti saranno testati”.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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