ROMA – “Ci mancherà l’atmosfera, l’energia che ci dà il pubblico”. A pochi giorni dalla partenza della stagione di Formula 1 in Austria, il pilota della Renault, , ha parlato al podcast ‘In The Fast lane’ della ripresa sul circuito dello Zeltweg a porte chiuse a causa dell’emergenza coronavirus. “Ci mancherà l’atmosfera, l’energia che ci dà il pubblico – ha detto l’australiano – Ci sarà qualche aspetto per penseremo: che bello. Ma in generale ci sarà qualcosa che non mi piacerà. Siamo un po’ più fortunati rispetto ad altri sport, perché quando mettiamo il casco siamo totalmente concentrati sulla gara e il rumore dell’auto copre tutto il resto, per chi gioca in uno stadio, come nel calcio per esempio, la mancanza del pubblico è un elemento più tangibile nell’immediato”, sottolinea Ricciardo. “Sarà diversa l’atmosfera nel paddock, immagino, almeno per la prima parte del campionato, ma le gare sono sufficienti per dire che l’esito sarà del tutto legittimo”, continua.
Piloti all’attacco
Sul format di questo mondiale molto concentrato e ridotto, Ricciardo aggiunge. “In effetti non è possibile avere un atteggiamento conservativo, perché potrebbero non esserci abbastanza gare per gestire la cosa. Da parte mia non cambia granché: quando abbasso la visiera e si spegne la luce penso ad andare senza stare tanto a guardare. Da me non vedrete certo gare al risparmio. Non saprei dire per gli altri”, dice. “Quelli davanti magari avranno un approccio differente: Lewis (Hamilton ndr) per esempio potrebbe pendere meno rischi all’inizio. Ma in definitiva non credo che le cose cambieranno di molto, è solo divertente immaginare cosa potrebbe cambiare. Quelli al centro della griglia, se davvero cambia l’atteggiamento di quelli davanti, potrebbero essere invogliati a prendersi qualche rischio in più. Anche perché dopo otto mesi senza gare molti ne avranno molta voglia”. Infine sul suo lockdown. “È stato un saliscendi di emozioni. Siamo stati seduti ad aspettare a bordocampo. Un giorno si diceva che avremmo fatto dei test nella tal settimana, poi le cose cambiavano. E stato difficile. Avrei preferito che subito dopo Melbourne ci dicessero, ‘ok non si correrà fino a luglio’. E allora non ci saremmo predisposti. Il difficile era starsene lì senza avere una data. È dura restare tutti il tempo cercando di essere pronti a cominciare senza sapere quando avremmo effettivamente potuto farlo. Non sono mai stato così tanto tempo lontano dalle gare, e forse non sono mai stato così in forma. Quando arriverò in Austria sarò completamente a posto”.