La situazione economica potrebbe davvero subire un grave colpo. C’è chi parla, addirittura, di scendere a un livello al di sotto del minimo indispensabile. Difficile immagire scenari migliori. Il Coronavirus sta minado l’economia di Italia, Europa e oltre, con drammatiche situazioni anche a livello sanitario e sociale.
Non è un allarme isolato, è direttamente l’ACEA, l’associazione europea dei costruttori, a tracciare uno scenario drammatico. “L’effetto della pandemia sulla società e sull’economia globale è senza precedenti, con gravi conseguenze per l’industria automobilistica. A causa del tracollo della domanda, della scarsità di approvvigionamento, dei provvedimenti dei governi“.
Eric-Mark Huitema, Ceo di ACEA (European Automobile Manufacturers’? Association), chiarifica il concetto. “E’ evidente che questa sia la peggiore crisi che sia mai avvenuta. Con lo stop alla produzione e la chiusura della rete di vendita in Europa sono a rischio quasi 14 milioni di posti di lavoro. Per reagire servono azioni decise e coordinate degli Stati e della Unione Europea verso le Case auto, i fornitori e concessionari, con sostegno istantaneo alla loro liquidità”.
Indotto di 13,8 milioni
Nel Vecchio Continente ci sono 229 stabilimenti di assemblaggio, con 2,6 milioni di lavoratori: ma l’indotto è di 13,8 milioni. Un numero enorme, per questo Huitema chiede. “Provvedimenti concreti per evitare danni irreversibili ai Costruttori e ai posti di lavoro e per anticipare e facilitare un rilancio del settore, che inciderà sul rilancio di tutta l’economia europea”. Giocare d’anticipo, perché i numeri nelle prossime settimane potrebbero diventare catastrofici per l’auto, potrebbe essere un buon paracadute.