ROMA – L’odissea di Richard Carapaz. Il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia non riesce infatti a tornare in Europa a causa della chiusura delle frontiere dell’Ecuador, disposta per via del coronavirus. Prossima chance, un volo umanitario che potrebbe decollare il 19 o 20 luglio dalla Colombia. Per riuscire a prenderlo, Carapaz rischia di doversi fare 982,6 km in bicicletta per raggiungere Bogotà, dopo aver attraversato la frontiera con la Colombia, sul ponte Rumichaca, grazie a uno speciale salvacondotto che ha già richiesto alle autorità competenti.
Secondo quanto riferisce il giornale dell’Ecuador ‘El Comercio’, il ciclista del Team Ineos vuole a tutti i costi essere in Europa per cominciare la stagione: il suo primo impegno dovrebbe essere la ‘Vuelta de Burgos’, in Spagna, dal 28 luglio all’1 agosto. “Sono disposto a pedalare fino a Bogotà”, sottolinea Carapaz, attualmente in ‘lockdown’ nella casa paterna a Carchi, dove si occupa del bestiame dei genitori. In Italia l’ecuadoregno ha garantito la sua presenza alla Tirreno-Adriatico (7-14 settembre) e al Giro (3-25 ottobre).
Carapaz spera di prendere il volo umanitario organizzato dal governo della Colombia, l’unico che potrebbe partire da questo paese, ricorda ‘El Comercio’, perchè fra le 15 nazioni extra Ue alle quali l’Unione Europea ha aperto i confini per il Sudamerica c’è solo l’Uruguay.