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Sandro Gamba e l'Olimpia: Tarczewski è il centro che ci voleva

Sandro Gamba e l'Olimpia: Tarczewski è il centro che ci voleva

E’ martedì per Sandro Gamba, che continua a commentare lucidamente le vicende dell’Olimpia Milano sulle pagine dell’edizione milanese de La Repubblica.

Un breve sguardo al resto del campionato, prima di tornare a parlare dell’Olimpia. Ho annotato due sorprese sul mio taccuino: non tanto la caduta di Brescia a Trento, che è in un buon momento, quanto quelle di Sassari e Venezia (la Reyer è pur sempre campione d’Italia). Trieste ha spento il fuoco dei ragazzi di Pozzecco, vincendo in rimonta e di testa, e mi piace per una piazza a me cara per mille motivi.

Cantù ha inguaiato ulteriormente gli uomini di De Raffaele, con bella difesa e la novità Procida: vedere l’Umana ai limiti della zona playoff, profonda e talentuosa com’è, è un mistero. Invece non lo è più, da tantissimo tempo ormai, la condizione di grazia della Virtus Bologna, autoritaria e continua e determinata a puntare seriamente lo scudetto. Se ha un limite, la squadra di Djordjevic, è che è corta oltre l’ottavo uomo.

Ma farà bene l’Armani ad accelerare la sua scalata in classifica, aggrapparsi almeno al terzo posto sarà fondamentale per evitare le V nere fino alla finale. E vediamo agli uomini di Messina, che qualche segnale tornano a darlo, rimettendosi sulla strada giusta. Col Bayern Monaco in Eurolega e con una vittoria a Brindisi non scontata.

A sprazzi ho rivisto i frutti della severità di Messina in allenamento, soprattutto sull’esecuzione in attacco. Ettore sta lavorando su Sykes, facendolo calare sempre di più nei meccanismi. Ma il lavoro maggiore lo sto vedendo su Kaleb Tarczewski, sulla sua continuità di rendimento ad alto livello, un fattore anche a livello offensivo come non lo era mai stato oltre ad avere molte meno distrazioni a rimbalzo.

Per noi della vecchia scuola è una piccola dimostrazione che non sono sempre gli esterni – come sento dire sempre più spesso da chi commenta il basket contemporaneo – a comandare il gioco. Un buon centro, capace di darti solidità in un ruolo storicamente ballerino per Milano soprattutto in Eurolega, fa sempre la differenza. E non dimentico la sapienza di Scola e i progressi che, piano piano, anche Gudaitis fornirà alla causa.

Nell’opera di ricalibratura di gerarchie e compiti tattici portata avanti da Messina, fondamentale mi sembra il ruolo di Nedovic. Qui a Milano non abbiamo mai apprezzato fino in fondo i suoi picchi: qualche buco, qualche amnesia, le assenze, il ritmo spezzato, magari la sintonia col resto della squadra non sempre presente. Ma se, come i ciclisti, trova la moltiplica giusta, con lui è un bell’andare.

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