La vittoria domani sera sul Real Madrid non sarebbe la panacea di tutti i mali dell’Olimpia Milano, però aiuterebbe. I Blancos hanno ancora fame di vittorie per blindare uno dei quattro posti playoff che garantiscono la bella in casa, hanno gli argentini in forma (Campazzo è a livello NBA), e intorno al grattacielo Tavares, un Thompkins da urlo. Però il pollice di Randolph lo terrà fuori, Causeur è in dubbio come Mickey che ha saltato la trasferta di Malaga.
Ma nel caso di una sconfitta non cambierà pressoché nulla per l’Armani di Messina. Sono le mancate vittorie su Alba Berlino e Khimki che hanno portato a questa situazione di classifica. Mancheranno alla fine della regular season ancora sette partite. La classifica corta, con nove squadre in quattro punti per due posti disponibili (settimo e ottavo) senza voler includere il sesto dove c’è un Panathinaikos che potrebbe farsi risucchiare, pretende che arrivino almeno cinque vittorie a cominciare dal Valencia giovedì a La Fonteta.
E per proseguire con le dirette concorrenti Olympiacos e Villeurbanne in casa, Stella Rossa, Baskonia e Zenit fuori: il calendario aiuta, ma non più di una sconfitta è ammessa. Per tenersi come jolly la 34esima giornata, in cui al Forum di Milano arriverà un CSKA Mosca che si spera appagato dalla classifica raggiunta (ovvero almeno la certezza del quarto posto).
Invece si comincia a leggere qua e là se sia il caso di discutere del doppio ruolo presidente-allenatore di Ettore Messina. Stavropoulos non è quello che Buford è per Gregg Popovich, la preparazione atletica dei giocatori presenta gli stessi problemi di deficit in questo periodo cruciale dell’anno come nei precedenti, il credito di fiducia concesso al nuovo corso non aveva la data di scadenza che lo stesso Messina ha incautamente etichettato come finita nelle ultime settimane.
Darà fastidio a qualcuno sentirsi ricordare come, fatte le dovute proporzioni, il cammino dell’Olimpia procede su un binario parallelo a quello della prima Montepaschi di Simone Pianigiani nel 2006-2007. Partenza buona, brutta Coppa Italia, brutta Uleb Cup. Invece di smontarsi come la panna troppo montata, quella squadra vinse lo scudetto per cominciare l’epopea che tutti conosciamo nel bene e nel male.
Attenzione quindi nell’anticipare i processi del lunedì per il gusto della prima pagina…