Il talento italo-americano Nico Mannion ha visto spezzata a metà la sua stagione in NCAA e adesso si trova al bivio se eleggersi per un posto nella NBA o continuare l’avventura con Arizona University. Glielo ha chiesto Massimo Basile per La Repubblica.
Quando lo stop. Il 12 marzo stavamo preparando la partita contro Las Vegas. Lo staff ci ha radunati e comunicato che la stagione era cancellata. È stata dura, soprattutto per chi era all’ultimo anno: a loro non capiterà più di giocare le finali. Avevo giocato il mio basket migliore, sognavo di farlo davanti a un grande pubblico, vivendo con i miei compagni tutto il giorno.
Comprensione del fenomeno. Rispetto agli altri, sapevo molto di più perché seguivo le notizie sull’Italia, mia madre è bloccata da tre settimane in casa a Ostia, assieme ai miei nonni, i cugini, gli zii. Ma ho capito davvero quando si è fermata la NBA.
Verso la NBA? Dichiararmi eleggibile? Sì, è una possibilità, ma devo pensarci bene. Probabilmente prenderò una decisione in pochi giorni.
Kobe Bryant. Semifinali di Conference, 2008, Utah-Los Angeles. Avevo 7 anni, mio padre lavorava per i Jazz. I Lakers avevano vinto gara 6 e chiuso la serie. Volevo conoscere Kobe. Lo aspettai per un’ora nel tunnel che portava agli spogliatoi. Papà, che lo aveva conosciuto in Italia, mi disse: parlagli in italiano, catturerai la sua attenzione. Lo feci, lui si fermò e restò con me dieci minuti. Dieci minuti…
