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Nba, lotta al razzismo e incubo virus: “Scelta di Orlando non ideale ma dobbiamo provarci”

NEW YORK (Stati Uniti) – Fare di necessità virtù, anche ammettendo che la scelta di riprendere la stagione dell’Nba, ferma a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, a fine luglio ad Orlando, in Florida, non è certo quella ideale, soprattutto poi alla luce delle tensioni sociali che agitano gli Stati Uniti. A sostenerlo è lo stesso commissioner Adam Silver, convinto che riunire le franchigie disponibili al Wide World of Sports Complex, tra i timori del contagio al Coronavirus, l’isolamento dalle famiglie e la lotta contro le ingiustizie razziali, “potrebbe non essere una soluzione adatta a tutti”. “Ciò comporterà enormi sacrifici per i giocatori e per tutti i soggetti coinvolti, gli allenatori, gli arbitri. Se un giocatore sceglierà di non venire, il suo comportamento non sarà considerato una violazione del suo contratto. Lo accetteremo”, ha spiegato il numero uno della Nba ad Espn, ribadendo così la posizione della Lega, che ha dichiarato fin dall’inizio che tollererà l’assenza di giocatori anche per motivi di salute.Basket


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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