C’erano molti dubbi intorno ai Lakers che, dopo aver appreso che il devastante infortunio di DeMarcus Cousins avrebbe sconvolto i loro piani, avevano chiesto il permesso ai Memphis Grizzlies, che ne detenevano i diritti, di parlare con quel Dwight Howard che nel 2012-13 aveva avuto in maglia giallo-viola una memorabile stagione in senso negativo. Tra cui un tentativo di rissa con Kobe Bryant durante una partita.
Invece il campionato ha dato ragione alla visione della dirigenza dei Lakers ma anche a una imprevista disponibilità del centro a un nuovo ruolo nel gruppo del leader LeBron James. Ma non è stato facile raggiungere questi risultati, come ha spiegato Howard nel live su Instagram con Jared Dudley.
‘Sai una cosa? In quei momenti ho pensato: Non mi importa di niente. Non mi importa di quanti punti segnerò, di quanti rimbalzi otterrò, di chi sarà la lode, di quanti minuti giocherò, se il mio nome sarà sul giornale o di qualsiasi altra cosa. Non mi interessa. Nessuna di queste cose conta nemmeno: non c’è ego.
Entra e fai quello che ti chiede la squadra. Se questo corre su e giù per il campo e gioca una grande difesa, se quello in panchina è la più grande cheerleader. Fallo e con tutto il cuore e non preoccuparti di ciò che la gente potrebbe dire a proposito.’ Questa è stata solo la mia mentalità che è venuta alla luce dell’intera situazione ed è andata benissimo.
Ma è stato difficile. All’inizio è stato difficile, doverlo accettare e lasciare andare tutta quella roba, tuttavia una volta che l’ho fatto, è stata la cosa migliore del mondo. È stata come la libertà.”