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NBA – Altre idee per salvare la stagione 2019-20

NBA - Altre idee per salvare la stagione 2019-20

Non si può negare la perspicacia della NBA nell’affrontare il Coronavirus negli Stati Uniti. Nessuno tiene a mente che la Lega stava vivendo l’emergenza epidemia dalla scorsa metà di gennaio, quando ha dovuto prendersi a cuore la situazione dei 200 dipendenti che lavorano nelle sedi di Shanghai, Pechino, Hong Kong e Taipei.

Ecco da dove viene l’insieme di informazioni e consapevolezza che ha permesso due mesi dopo di anticipare governo USA, opinione pubblica, agenzie sanitarie e di fermare il campionato l’ 11 di marzo.

Adesso però c’è sempre l’esigenza di salvare il salvabile o, almeno, di provarci con la fortuna, per il commissioner Adam Silver, che qui i proprietari delle franchigie sono tutti sulla stessa barca mentre in Europa, ad esempio, a seconda degli interessi propri le società di pallacanestro sono divise sul da farsi. C’è a chi conviene continuare, c’è chi ha interesse – nodo retrocessioni in primis – a buttare il cappello per aria.

Secondo il New York Post l’idea sarebbe quella di riunire tutte le squadre in un unico posto per ridurre al minimo i rischi per la salute individuale di giocatori, staff e personale della NBA. Come per la Summer League, ci sarebbero tra le cinque e le sette partite per squadra per terminare la stagione regolare e soddisfare le emittenti locali che desiderano raggiungere le 70 partite trasmesse, quindi i playoff con le serie al meglio dei tre round. “Sono determinati a nominare un campione”, ha detto una fonte vicina alla NBA.

L’idea di una finale in una partita è per il momento respinta e verrebbe utilizzata solo come ultima risorsa. La NBA vuole evitare che il titolo venga giocato in una partita. La location più facilmente immaginabile è ovviamente Las Vegas, ma anche Orlando, Atlantic City, Hawaii, Louisville e Bahamas. E, se passasse l’idea di più sedi, si potrebbero svolgere concentramenti per division.

La NBA vorrebbe che tutto fosse pronto entro la fine di giugno, con una durata massima di due mesi. Il Draft sarebbe stato effettivamente posticipato a fine agosto – inizio settembre, e la stagione successiva inizierebbe a Natale, come l’anno dell’ultimo lockout. Ciò ritarderebbe necessariamente di due mesi la fine della stagione 2020/21 e andrebbe a sovrapporsi con i Giochi olimpici di Tokyo in programma dal 23 luglio 2021.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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