Eugenio Dalmasson sta affrontando il periodo di isolamento nella sua casa di Mestre, e parla del futuro prossimo venturo con Roberto Degrassi per Il Piccolo.
Quante squadre? Ma prima di parlare di numeri sarebbe il caso di fare davvero chiarezza. Facciamo i conti in tasca a tutti e definiamo chi sarà in grado di sostenere un campionato.
Impensabile in queste condizioni pretendere di cominciare con realtà a rischio. Accertiamoci che non ci siano pendenze, che gli stipendi siano stati corrisposti, che non ci siano zone d’ombra.
Quando avremo fatto un esame rigoroso sullo stato economico dei club avremo un numero di partenza. E solo a quel punto si potrà discutere se allargare o meno. E, intendiamoci, i conti in tasca vanno fatti a tutti, anche nelle serie inferiori.
Trieste. L’anno scorso siamo partiti pieni di incertezze sul futuro. Con uno sponsor importante e il lavoro svolto dalla società possiamo dire che noi nella prossima serie A ci saremo, indipendentemente dal numero delle squadre. Trieste ci sarà.
Contratti e mercato. Io ho un 1+1 ma in questo periodo non ne abbiamo mai parlato. Prima si pensa a tirare una riga su questa stagione e poi ci si trova attorno a un tavolo. Il mio caso è come gli altri. Non sappiamo come cambierà il basket, con quali regole d’ingaggio, quali saranno le agevolazioni alle società e di conseguenza con quali budget dovranno misurarsi.
Qualsiasi ragionamento è prematuro. Figuriamoci, quindi, le mosse di mercato. Casarin junior? Bel giocatore, conosco l’ambiente di Venezia e ho allenato suo padre. Ma coincidenze o rapporti di amicizia non significano che sia stata avviata una trattativa. Ripeto: prima chiariamo i conti di tutti, e poi pensiamo al campionato che verrà.